Dodici stelle.
Dodici stelle fisse da cinquantasei anni trapuntano il blu compatto della bandiera europea, a questa piccola ma importante costellazione merita rivolgere uno sguardo più attento perché dietro a questo riconosciuto simbolo della Comunità Europea si concentrano le decisioni che delineano la storia contemporanea.
Ciò che viene dibattuto e poi votato a Bruxelles si riverbera su tutta Europa come sulla nostra regione, significa che molto della legislazione vigente, ossia le leggi che regolamentano il nostro presente provengono da quella sede e non possiamo ma, soprattutto non conviene essere indifferenti.
Risulta quindi utile conoscere chi sono coloro che sono stati eletti come eurodeputati in Piemonte e che tipo di lavoro svolgono nelle sedi istituzionali.
Perdonata la possibile dimenticanza di chi siano gli eletti nel 2019 nei collegi piemontesi al Parlamento Europeo, recuperiamo ricordando i loro nomi.
I nostri MEP, member of the European Parlment, come vengono generalmente definiti a Bruxelles sono Gianna Gancia, cuneese eletta per la Lega ora nel gruppo Identità e Democrazia, l’alessandrina Tiziana Beghin del Movimento 5 Stelle, Alessandro Panza dal Verbano Cusio Ossola eletto con il Carroccio e da inizio aprile subentrerà un altro membro. Avremo così un quarto rappresentante.
La successione è frutto delle dimissioni dal Parlamento Europeo del milanese Pierfracesco Majorino, candidatosi alla Presidenza della Regione Lombardia per il centrosinistra; uscito sconfitto dalla competizione, guiderà l’opposizione da dentro al grattacielo Pirelli, sede del Consiglio regionale lombardo.
A Majorino subentrerà una veterana della politica piemontese: Mercedes Bresso. Già eletta nel 2014, come eurodeputata, ritornerà sul palcoscenico di Strasburgo tra le fila dei Socialisti Europei. Interpellata in vista dell’avvicendamento ha confermato di essere pronta, di aver iniziato a studiare i vari dossier delle commissioni di cui Majorino era incaricato e di restare fedele al suo spirito federalista.
Ha trovato unanime conferma praticamente da tutti gli europarlamentari una risoluzione che riguarda le giovani generazioni e tocca indirettamente coloro che lo sono stati. Tacciata di essere divenuta un luogo prettamente economico, l’Unione Europea, con un tocco di follia, ha da poco emesso una moneta di nuovo conio per celebrare i trentacinque anni dalla nascita del programma Erasmus.
L’Erasmus è il programma europeo di mobilità che dal 1987 offre a migliaia di studenti l’esperienza di scambio tra le varie università europee di cui hanno beneficiato ad oggi circa tredici milioni di persone. Alla commemorazione è seguito un aumento concreto della dotazione: 26,2 miliardi di euro, quasi il doppio rispetto ai 14,7 miliardi di euro del passato.
La moneta da due euro, riporta l’effige del grande filosofo Erasmo da Rotterdam, inserito in una raggiera di collegamenti che attraversano la moneta da un punto all’altro, rappresenta i numerosi scambi intellettuali e umani tra gli studenti europei.