Corso Belgio è il posto più brutto della città. A dirlo non è un commentatore qualsiasi, ma sono addirittura due; i raffinati e massimamente iconici conoscitori della città: Fruttero e Lucentini.
In quell’imperdibile libro gnostico e noir, La donna della domenica, poi traslato in film dove Mastroianni e la Jacqueline Bisset, ne incarneranno anima e volti, su corso Belgio la coppia F&L fanno rotolare questo apodittico giudizio:
«uno dei corsi più lugubri di Torino. Forse il più lugubre. Uno dei massimi campioni europei, se non mondiali, del lugubre urbano».
Verrebbe da pensare che il Comune della città deve aver fatto propria questa terribile sentenza nel momento in cui ha deciso di intervenire sulle alberate del corso cittadino con un progetto il cui sostantivo femminile, riqualificazione, suscita non poche perplessità, perplessità che si stanno aggregando in animate proteste dei residenti.
La curiosità è che tutto ciò avviene sotto un cielo che calendarizza in sequenza, la giornata mondiale per l’ambiente, il 5 giugno, l’inizio della manifestazione filmica CinemAmbiente economicamente sostenuto dalla città che, parallelamente solo qualche giorno addietro ha dato il via al Festival del Verde.
Ora il verde che più si percepisce è quello della rabbia dei cittadini per il progetto che prevede il taglio di circa 240 grandi aceri, che i tecnici del Comune definiscono oramai giunti a fine ciclo, obbligati a continui interventi manutentivi, che non sempre sono in grado di garantire la sicurezza; inoltre lo scarso spazio a disposizione non consente il corretto sviluppo delle chiome. Claudia Bertolotto della divisione Verde del Comune di Torino afferma, “Se si guarda l’alberata generale, nel complesso molte piante hanno delle ferite e lesioni quindi non sono piante a rischio schianto immediato, ma con una situazione fitosanitaria e di stabilità precaria“, precisando che ” tutte le volte che abbiamo degli eventi meteo intensi ci sono delle piante che si rompono almeno in parte“.
Posizione che i comitati spontanei non condividono “È un viale stupendo e non crediamo assolutamente che tutti gli alberi siano ammalati“, dicono dal comitato ‘Salviamo gli alberi di corso Belgio’.
La scelta di un albero sostitutivo è caduta sul pero cinese ornamentale, una specie ritenuta più idonea che, secondo le più ottimistiche previsioni raggiungerà i 15, 20 metri d’altezza. Ne verranno piantumati 212 insieme ad a biancospini e noccioli nelle zone limitrofe.
L’assessore Francesco Tresso che ha la delega al Verde della città sottolinea come in questo momento vi siano le possibilità di investire risorse che in altri momenti non ci sono, sostenendo che sulle alberate ci sia la possibilità di fare dei ragionamenti.
La scelta di questo albero, il pero, per quanto frutto di competenza in materia, non scalda il cuore, forse perché quelli già messi a dimora recentemente non hanno dato prova di grande crescita e particolare apprezzamento estetico.
Il rischio è di dare completamente ragione ai due scrittori torinesi per quel lugubre urbano che alcuni immagini di ipotetico restyling del corso presentate alla stampa suscitano. In particolar modo l’ingenuità di difendere le nuove piccole piante con un cordolo intorno. Un invito smaccato ad ogni ruota di suv a salirci sopra e appoggiarsi alla fragile pianta appena insediata.
Il momento cruciale sarà venerdì 9 giugno, nel posto più brutto della città, un incontro pubblico affronterà la questione mentre a due passi, ci sarà la festa di apertura della nuova sede di Fridays For Future.
Per Vanchiglietta si prevedono giornate interessanti.