Nel 1970 avevo quattro anni e mio padre lavorava alla Fiat Mirafiori da sette. Ci è rimasto fino alla pensione, all’inizio degli Anni Novanta.
In quello stabilimento lavoravano allora almeno 60 mila dipendenti, uno dei picchi occupazionali più alti nella storia di Mirafiori. Si alternavano su tre turni: dalle 22,00 alle 6,00, dalle 6,00 alle 14,00, dalle 14,00 alle 22. Sono andato a prenderlo poche volte all’uscita dei cancelli di Corso Tazzoli, ma le ricordo bene. Solo allo stadio avevo visto così tante persone uscire tutte insieme. Come allo stadio, in quegli anni, tutti uomini.
Quella fabbrica era il cuore della manifattura italiana, gli Agnelli erano la famiglia più potente del Paese e a Torino vivevano 1 milione e 200 mila persone. Considerando gli altri stabilimenti e l’indotto dell’auto, Torino era la Fiat e la Fiat era Torino.
Ieri a Mirafiori, i vertici di Stellantis (l’ultima trasformazione del marchio Fiat), hanno inaugurato il primo hub di economia circolare. Un luogo dove le auto verranno smontate, rigenerate per essere riutilizzate e rivendute sui mercati. L’investimento è stato di 40 milioni di euro, i lavoratori che se ne occuperanno sono 200. Saliranno forse a 550 entro il 2025. A leggere i giornali (soprattutto quelli del gruppo editoriale di famiglia) sembra un evento straordinario. A me suona come un de profundis.
Oggi a Mirafiori lavorano 10 mila persone, la cassa integrazione è la regola e l’età media è talmente alta che, dice il sindacato, nei prossimi sette anni il 70% dell’attuale forza lavoro andrà in pensione. Verrà sostituita? In che misura?
La nascita di questo hub non sposta di una virgola la vita della città. Non incide sull’economia, sull’occupazione, sul futuro dei suoi abitanti. Che, nel frattempo, sono diventati 850 mila.
La Fiat Mirafiori, da cuore pulsante dell’auto italiana, si è trasformata in pochi decenni nel deposito di qualche migliaio di auto usate da rimettere in ordine. Se la transizione verso la mobilità elettrica proseguirà dovrà rigenerare anche le batterie.
Uno che ne capisce (che mi ha chiesto l’anonimato) da me interpellato sulla questione ha sospirato: “Mirafiori è diventata un grande sfascia carrozze“. Forse il giudizio è troppo severo. Il problema però è che con questi numeri non è nemmeno “grande”.
Possiamo dirlo con William Shakespeare, così fa meno male: Much Ado About Nothing.
Sante Altizio