Il Polo Artistico e Culturale dell’Istituto delle Rosine avrebbe dovuto aprire il suo giardino storico in occasione del Salone OFF, rassegna che presenta eventi diffusi sul territorio prima e durante il Salone Internazionale del Libro di Torino.
Il giardino è un segreto, un recinto di silenzio e grandi alberi, incastonato tra i palazzi storici nel vasto complesso edilizio ottocentesco dell’Istituto delle Rosine, su cui si affaccia un porticato a doppia colonna progettata da Giuseppe Talucchi, costeggiandolo per tutta la sua estensione.
Martedì 14 maggio, era previsto come degna chiusura del Salone Off il live di Alberto Fortis “Musica e racconti”. Una pioggia incessante ha obbligato a rifuggire il giardino e trovare ospitalità nel lungo porticato, l’artista, gli strumenti e in due lunghe file il pubblico presente. L’organizzazione ha fatto un piccolo miracolo per riuscire nell’intento e ha permesso a tutti di godere di un concerto entusiasmante, a tratti commovente per la forza di coinvolgimento e richiamo che l’uomo insieme alla propria musica ha saputo regalare. Forse per aver ripreso quella meraviglia, quasi una suite, da un disco del 1980, intitolato “Tra Demonio e Santità” attualissimo e potente, o per aver ripercorso una carriera lunghissima ricca di successi, di canzoni che sono divenute memoria collettiva, per la semplicità e la generosità esecutiva. Pianoforte, voce e qualche musicista amico a contribuire.
Alberto Fortis che appariva così artisticamente maturo sin dagli esordi oggi è un ragazzo entusiasta del proprio mestiere, delle emozioni che sa allacciare intorno a chi ha la fortuna di ascoltarlo, allegro, affettuoso e contagiosamente trascinante nel suo mondo di musica e poesia.
Gli abbiamo fatto una domanda scomoda, ma la sua intelligenza ha deviato il prevedibile per portarci oltre.