Per noi piemontesi Emma Bonino, nata a Bra nel 1948, è un’icona che supera le divisioni politiche. Emma è stata ritenuta coraggiosa, integerrima, leale, onesta, capace. L’abbiamo eletta e rieletta più volte e siamo stati tra i più convinti sostenitori della sua battaglia impossibile “Emma for President”. Da queste parti a Torino lo spirito sabaudo piace anche quando è radicale. Era il 1999.
Ragion per cui, la foto che la ritirare qualche settimana fa su una carrozzina in compagnia di Papa Francesco, anch’esso su una carrozzina, mi ha strappato più di un sorriso. La foto è stata scattata a casa della Bonino ancora convalescente. Sul terrazzo, tra le piante, davanti a un lungo tavolo in metallo.
Una foto di per sé bruttina, quasi rubata, senza nessuna preparazione o filtro. Tutto meno che instagrammabile (come si usa dire). Forse, proprio per questo, è una foto molto vera.
L’indomita paladina delle battaglie del Partito Radicale, la donna che lottò per ottenere una legge che consentisse divorzio e aborto, la discepola più intelligente di Giacinto Pannella detto Marco, ora è seduta accanto al Papa, a colui che rappresenta il potere che più l’ha avversata in questi decenni. Un Papa che ha lasciato il Vaticano ed è andato a trovarla a casa, come farebbero due amici di vecchia data, che condividono la caducità della fatica della vecchiaia.
Si sono resi l’onore delle armi e l’hanno fatto prima che fosse troppo tardi.
Una lezione di educazione civile e politica della quale oggi abbiamo un gran bisogno. Quello di Papa Francesco non era un atto dovuto e la disponibilità della Bonino ad accoglierlo in casa sua non era scontata.
Ci si può combattere duramente per molti anni usando solo la forza delle parole. Parole pesanti, è vero, ma non vuote di senso. Tanto Emma Bonino che i papi che l’hanno incrociata non se le sono mai mandate a dire, ma stavano difendendo principi nei quali, su opposte sponde, credevano fermamente.
Però se si lotta con lealtà, se si riconosce il diritto reciproco ad avere un punto di vista diverso, anche diametralmente diverso, è sempre una vittoria.
Sante Altizio