Sono ormai in fase molto avanzata i lavori di costruzione della II Torre della Ricerca e della cura dell’ Istituto di Candiolo, che ampliano notevolmente gli spazi di questo prestigioso centro per lo studio e la cura del cancro l’unico “a carattere scientifico” del Piemonte. Si tratta di ben 17 mila metri quadrati di nuovi edifici, che vanno ad aggiungersi ai 29.000 metri quadrati per la cura e 2.300 per la ricerca già esistenti.
Il cantiere (il più importante del genere in corso in Piemonte con un investimento di circa 50 milioni di euro) è partito nel gennaio 2012. La II Torre è destinata a ospitare i nuovi laboratori di ricerca, la cui missione sarà quella di approfondire lo studio dei meccanismi molecolari della diffusione e della crescita delle metastasi, i nuovi Day Hospital e Day Surgery, il nuovo Centro Prelievi, la nuova Farmacia, ambulatori e studi medici, la nuova cucina e una nuova centrale tecnologica. Tutt’ intorno ulteriori posti parcheggio esterni e sotterranei per 350 auto.
Ricevendo nei giorni scorsi i delegati piemontesi della Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro, proprietaria dell’ Istituto, la presidente Allegra Agnelli ha sottolineato: “Tutte le opere murarie esterne sono terminate e si sono tolti i ponteggi. Per quanto riguarda gli allestimenti interni, alcune aree sono già operative”. Ed ha anche ricordato che “all’interno del Centro sono stati effettuati lavori consistenti: una vera rivoluzione informatica è stata messa in atto per migliorare ulteriormente la sicurezza dei pazienti”. Si tratta del progetto di informatizzazione dell’ Istituto con l’ installazione dell’ hardware e del software del sistema che consente l’ utilizzo della cartella clinica elettronica, del braccialetto elettronico, del sistema wi-fi e con l’ allestimento di nuove aree di accettazione e prenotazione dotate di distributori di ticket e di dislpay. In un anno a Candiolo vengono ricoverati circa 5 mila pazienti (l’ istituto ha 150 posti letto) e sono più di 1 milione e 100 mila le prestazioni ambulatoriali elargite, 4.700 le mammografie e più di 3.000 le Pet. Un particolare rilievo hanno gli interventi chirurgici alla mammella che superano i 400. Le prestazioni ambulatoriali e di ricovero avvengono in convenzione con il Servizio Sanitario Nazionale e pertanto i cittadini possono accedere alla struttura come in qualsiasi altra azienda sanitaria pubblica.
Candiolo, tiene a sottolineare il Consigliere Delegato della Fondazione Giampiero Gabotto, “è il solo centro di ricerca e di cura italiano realizzato esclusivamente grazie alla diffusa e solidale partecipazione di oltre 300 mila donatori privati, enti, istituzioni, imprese e fondazioni bancarie piemontesi, senza l’ intervento dello Stato e di altri enti pubblici”. Esso dunque è espressione della volontà dei cittadini del Piemonte. Solo grazie alla loro generosità è stato possibile dotarlo del patrimonio umano e tecnologico che ne fa già oggi un modello di riferimento internazionale per la ricerca e la cura del cancro. Le ultime acquisizioni tecnologiche, due laser ad anidride carbonica e l’acceleratore True Beam, unico in Italia e secondo in Europa, ne hanno ulteriormente accresciuto il potenziale diagnostico e terapeutico.
A Candiolo lavorano oltre 500 persone fra ricercatori italiani e stranieri, personale medico, sanitario e amministrativo. L’ istituto è nato con lo scopo specifico di valorizzare al massimo i risultati raggiunti dai ricercatori, rendendoli direttamente trasferibili ai pazienti. Negli anni le principali riviste scientifiche internazionali, in particolare Nature, Cancer Research e Science Translational Medicine, hanno dato ampio risalto agli studi effettuati nei laboratori di Candiolo. Sono stati contributi importanti sul fronte delle nuove frontiere della lotta contro il cancro, che oggi si chiamano “medicina di precisione”.
L’ ultimo successo è stato la messa a punto di una nuova terapia che ha bloccato in vitro la crescita delle metastasi di un cancro al color retto. Lo studio è stato condotto dai ricercatori del Laboratorio di genetica molecolare diretti dal professor Alberto Bardelli, che ha lavorato in stretto contatto con la Divisione di Oncologia Medica dell’ospedale Niguarda di Milano.Ora partirà la sperimentazione sui pazienti che durerà un paio di anni. Sempre quest’ anno hanno preso avvio due ambiziosi progetti di ricerca sanitaria, finanziati dalla Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro con 6 milioni di euro provenienti dal 5×1000.