SALUTO DELL’ARCIVESCOVO DI TORINO, MONS. CESARE NOSIGLIA, ALLA GIORNATA INTERFACOLTÀ – POLO TEOLOGICO DI TORINO SUL TEMA: “COMUNICAZIONE DELLA FEDE E NUOVE TECNOLOGIE DELL’INFORMAZIONE”
Buongiorno a tutti voi e grazie della vostra presenza. Trovarsi insieme a ragionare di nuove tecnologie significa,  in qualche modo, continuare a rispondere a quel mandato che la Chiesa tutta ha ricevuto nell’essere esperta di umanità. Nel mondo continuamente connesso, grande piazza virtuale non sempre virtuosa, dobbiamo essere capaci di fermarci e riflettere sul significato antropologico, sociale e teologico di tutto ciò. I nostri ambienti sono stati sempre luoghi di socializzazione: la necessità di veicolare il messaggio evangelico attraverso la cultura ha fatto sì che la fede cristiana abbia promosso il nascere ed il crescere di luoghi in cui si condividesse il pensiero. Del resto, è nella nostra essenza vitale il mettere in comune quanto possediamo per il bene di tutti. Sono elementi, come sappiamo, per noi imprescindibili che rispondono alle esigenze profonde dell’umano: le nuove tecnologie non fanno altro che riprendere questi bisogni codificandoli in modo proprio. Non possiamo tuttavia abitare queste realtà in modo ingenuo: dobbiamo piuttosto viverle portando in esse la sapienza che viene dalla fede, aiutando noi stessi ed i nostri contemporanei a continuare a servirsi degli strumenti e non esserne posseduti. La giornata odierna di studio ha proprio questo scopo. E a tal proposito c’è un invito che rivolgo a tutti, ma in particolare ai giovani, che possiamo davvero considerare “nativi digitali”: cerchiamo di vivere relazioni autentiche senza rifugiarci e nasconderci dietro lo schermo di un computer; continuiamo a liberare il potenziale performativo della Parola di Dio senza che questa venga invece piegata alle esigenze della comunicazione digitale; infine, restiamo custodi attenti della verità e della sua ricerca incessante in un ambito in cui con tanta leggerezza – quella sufficiente ad un click od un tocco ancor più lieve su di uno schermo del nostro tablet – si possono trasmettere (e spesso davvero si trasmettono!) sciocchezze che avviliscono la dignità delle persone. Sono molto grato a chi ha organizzato questa giornata ed a chi interverrà e continuerà la riflessione nei propri ambiti di competenza: tutti siamo accomunati dalla passione educativa che proprio in queste stanze, ogni giorno, viene messa a servizio dei giovani. Ma c’è un tema che mi sta molto a cuore, come sapete, e con cui vorrei concludere: l’educazione. Educare è un atto che rende davvero la persona libera, aprendole infinite possibilità: le nuove tecnologie possono ampliare ed amplificare l’atto educativo in termini di concrete possibilità. Tuttavia la libertà è segnata dal peccato originale e va dunque accompagnata e purificata. Infatti, il web, per definizione nello stesso acrostico “www” è “world”, cioè mondiale, e “wide”, senza confini, facilmente può diventare “wild”, cioè selvaggio. Tocca all’educazione – e dunque a voi educatori – trasformare questo e gli altri luoghi digitali in una possibilità di crescita nella libertà da parte di ciascun utente del web e del mondo virtuale, secondo criteri di verità e responsabilità nella carità. Comunicare la fede attraverso questi strumenti è possibile e anche necessario, affinché la semplice informazione che le nuove tecnologie favoriscono non resti informe, ma assuma il volto buono e la forma di Cristo, la radice di quel nuovo umanesimo di cui anche il mondo digitale ha bisogno. Grazie per il contributo che ciascuno porterà e buona riflessione a tutti voi.
Cesare Nosiglia,
Arcivescovo di Torino

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