Le attività dell’associazione astigiana DI-SVI in Palestina.
In Area C, su strade malridotte, tra blocchi stradali e divieti di accesso per esercitazioni militari, i servizi sanitari raggiungono i centri più remoti grazie a due cliniche mobili.
L’associazione astigiana DI-SVI (Disarmo e Sviluppo) si occupa di cooperazione internazionale sin dal 1982. Da allora ha realizzato progetti socio-sanitari in ogni angolo del mondo e si è resa promotrice, in Italia, di numerose iniziative di educazione alla cittadinanza mondiale.
Dai primi anni Novanta il sodalizio opera anche nei Territori Palestinesi, espressione che fa riferimento a due regioni discontinue, la Cisgiordania e la Striscia di Gaza, il cui status politico è al centro dell’irrisolta questione israelo-palestinese.
“Le nostre attività si svolgono nel sud del distretto di Hebron, nel contesto complesso dell’Area C, uno dei tre settori in cui il West Bank è diviso dal 1993.” spiega Edoardo Angelino, vice presidente DI-SVI “Questo territorio è sotto il pieno controllo israeliano, costituisce il 60% della Cisgiordania ed è abitato da appena il 4% della popolazione palestinese, poco più di 100 mila persone, distribuite in 194 comunità. In quest’area, però, sorgono tutti gli insediamenti ebraici (i coloni sono 341.400) e Israele, per motivi di sicurezza, impone severe restrizioni, che limitano la libertà di movimento e le attività dei palestinesi. Le difficili condizioni ambientali (climatiche e di marginalizzazione) e la costruzione, dal 2002, del muro di separazione che sigilla i Territori aggravano ulteriormente la situazione.”
Così, per garantire alla popolazione l’accesso ai servizi sanitari, nonostante i blocchi stradali, le esercitazioni militari, la necessità di visti per gli spostamenti e di licenze per le costruzioni, in cui si traducono, nel quotidiano, le restrizioni imposte da Israele, DI-SVI ha trasformato due veicoli fuoristrada in cliniche mobili, equipaggiate con apparecchiature per esami di routine e farmaci e con a bordo medici e infermiere-ostetriche, che raggiungono i villaggi più remoti.
In tre località più accessibili (AnNajaida, Inmezil e ArRamadin), l’intervento ha invece attivato ambulatori specialistici per la tutela delle salute delle donne.
Il progetto, che si concluderà all’inizio di agosto, è realizzato nel quadro delle attività di emergenza della Cooperazione Italiana in Palestina e in partenariato con il Ministero della Salute dell’Autorità Palestinese.
Per informazioni, visitare il sito www.disvi.it o contattare la sede DI-SVI (Via Carducci 77, Asti, tel. 0141/593407).
Silvia Pochettino
Comunicazione COP – Consorzio delle Ong Piemontesi
E-mail: comunicazione@ongpiemonte.it
Sito Web: www.ongpiemonte.it