Se andando a una presentazione vi aspettate di sentire il solito autore un tantino borioso che non fa altro che parlare di sé e di quanto è bello/bravo/creativo non siete mai stati a una presentazione di Maurizio Blatto. E chi lo conosce? Direte voi … forse a ragione, forse no.
Di corsa come siamo, sempre, ci capita di ricordare il nome di pochi e noti autori, forse solo perché li abbiamo visti in televisione e non sempre perché li abbiamo davvero letti. D’altronde, dei libri di cui si vedono o sentono passaggi promozionali a raffica, si memorizza tutto. Trama, ispirazione, commenti e critiche. Ed è proprio una questione di memoria quella che porta Maurizio Blatto, torinese del ’66 e firma storica della rivista musicale “Rumore” – ma soprattutto un innamorato della musica, – a comporre una playlist di quelle canzoni che in qualche modo, nel bene o nel male, gli hanno lasciato qualcosa dentro.
MyTunes, che ha come sottotitolo “Come salvare il mondo, una canzone alla volta”, parla di musica attraverso curiosi racconti che riguardano la vita dell’autore. Nella prefazione, Blatto ammette di aver dovuto cercare la trasparenza quasi totale nel riportare ciò che ogni canzone aveva significato per lui. E di rimando, per quanto non tutti noi abbiamo lo stesso gusto e la stessa appartenenza a una generazione specifica, ci spiega che ogni passaggio della nostra vita ha avuto in qualche modo un legame stretto con una canzone.
Pubblicato da Baldini&Castoldi nella collana “I Saggi” nel 2014, questo librone di 464 pagine contiene dei racconti esilaranti e ricordi che, pur appartenendo all’autore, ci riportano al nostro vissuto se non altro di Torinesi. Con i nostri personaggi più bizzarri, quelli che incrociandoli per strada guardiamo sgranando gli occhi per come sono vestiti o per il loro modo assurdo di fare, e con una descrizione tale da rendere impossibile non cogliere il nesso con la canzone. Certo, forse non conosciamo tutti e 77 i brani di cui Maurizio Blatto ci parla. Inevitabile, come inevitabile è il ricollegare la mente al nostro vissuto e ad altre canzoni.
Non dimenticare le canzoni che ti hanno fatto
piangere e quelle che ti hanno salvato la vita.
Dice Morrisey.
Forse appare banale, ma a volte ci è bastato davvero ascoltare un brano per cambiare umore, per avere la forza di affrontare un momento difficile, per darci la carica quando ci sentivamo giù. Come accade nei telefilm di Ally McBeal. Un balletto in bagno accompagnati da Barry White e via …
E così nelle presentazioni, in cui si ride e si scherza con l’autore che pennella i suoi personaggi con ironica maestria. Come non affezionarsi a Robi Ciabatta, per esempio, il comunista del gruppo sempre pronto ad abbandonare la festa al primo accenno di una nota di Battisti; in perenne divisa da Movimento del ’77, sempre a strascicare le sue ciabatte e convinto che sia obbligatorio prendere sempre una posizione. O del piastrellista funky, un misto di sesso e periferia urbana con il desiderio di essere di colore che gira in coppia con Tony Manegro, un ex ballerino di liscio acrobatico infantile ormai cresciuto, al ritmo di un personalissimo “ghidappa”. Di questi personaggi e di altri esilaranti o anche più seri è pieno il libro ed è piena la vita di Maurizio Blatto.
Che arriva alle presentazioni carico di vinili 45 giri da regalare a chi acquista il libro, non so se per eliminare parte della sua enorme collezione di dischi o se per far ascoltare cose improbabili – quando sono stata a sentirlo, poco tempo fa, non c’era un disco di cui sapessi qualcosa tra quelli che aveva con sé – al suo pubblico.
Altro regalo dell’autore è una serie di playlist, suggerimenti ben precisi, create ad hoc per svariate situazioni. Ognuna con la sua ipotetica musicassetta fotografata, ci riportano ai tempi in cui quelle playlist ce le facevamo e registravamo personalmente, brano dopo brano, certi della nostra infallibilità nel selezionare quelli giusti e metterli nella migliore disposizione.
«Se ci ripenso mi vedo sempre là, anche quando l’inverno se n’è andato e la scuola è finita. Con Asleep che gira. Arrivarono le vacanze e progettai con la mia ragazza di andare in Grecia, a girare senza fretta tra le isole Cicladi. Sole, vento, libertà, ma anche gli Smiths, ovviamente. Due giorni prima di partire mi si ruppe il walkman. La semplice prospettiva di non poter ascoltare Asleep per almeno due settimane mi fece prendere in considerazione l’idea di rimandare la partenza. Avevo lo zaino pronto e il cuore vuoto. Non ce la posso fare, mi ripetevo. Sto qui.»
Le riflessioni, i ricordi, le macchiette. La musica, sempre. E quelle sensazioni di aver vissuto anche noi gli stessi momenti, magari con altri brani. Forse non si può salvare il mondo con una canzone, ma di certo più di una volta una canzone ci ha salvato la vita accompagnandoci verso ciò che siamo e alleviandoci le pene di non essere ciò che volevamo, non sempre. Ma se una canzone può salvare ognuno di noi, è pur sempre bello pensare che ognuno di noi sia il mondo …
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