Non ci potevo credere, ma la targhetta diceva proprio così:
” DOTT. SALVO MUTI LINGUAMANTE”
“Nulla è più orribile del silenzio”
Tenevo la mano di mio figlio Luigino e lo sentii stringere.
-E’ qui, ora suono. Sta tranquillo.
Suonai.
Venne ad aprirci un vecchietto tracagnotto, con i capelli tutti bianchi e certi occhialoni tipo Venditti anni ’70, appesi ad un naso appuntito, evidentemente rifatto.
-Buongiorno! Vi aspettavo. Lei dev’essere il signor Bonomo, piacere, piacere – e tese la mano- e questo è senz’altro il figliolo che ha bisogno di me, vero? Mi aveva avvertito la psicologa, già, già, io sono il dottor Salvo Muti, piacere, piacere … ma vi prego accomodatevi, entrate,entrate, fate come foste a casa vostra, qui era un alloggio comune sapete, io l’ho adattato a studio per le visite, ma prego per di qua – e ci indicò una porta – piacere, piacere, è proprio un piacere vedervi, siete puntualissimi!Non avete idea di quanta gente prende appuntamento, che so … alle 3, poi ti arriva alle 3 e mezza o anche dopo, e manco si scusano, no, manco si scusano, tu sei al loro servizio! Invece voi siete puntualissimi, ecco accomodatevi qui, piacere, piacere – e ci mostrò due seggiole – ma davvero questo bel ragazzino non parla? Mi stupisco!Un così bel fanciullo, ma vedrete, poche sedute e il problema si sarà risolto, risolto da solo … piacere, piacere … come si chiama questo ragazzino?
E finalmente sedette anche lui, aldilà di una scrivania completamente sgombra e chiuse un attimo la bocca, silenziandosi.
Io mi ero già pentito d’esser lì.
Ma cosa avrei dovuto fare? Era stata quella dannata psicologa della scuola media a consigliarmi il dottor Salvo Muti per far parlare Luigino, per rompere quel mutismo che lo affliggeva da qualche mese.
-L’unico che può guarirlo è il dottor Salvo Muti, il “linguamante”- mi aveva detto.
Sapevamo le cause naturalmente, Luigino non era mica muto!
La colpa erano certi suoi compagni di classe che lo assillavano da mesi, picchiandolo, deridendolo, facendogli ogni sorta di scherzo, anche di una certa brutalità.
Ricordavo ad esempio quando lo legarono come un salame ad una recinzione durante l’intervallo e nessuno al rientro in classe, si accorse della sua scomparsa e scoppiò un temporale e solo per caso un bidello lo vide laggiù, in fondo al cortile, tutto fradicio, con tuoni e fulmini a scoppiettargli intorno.
Ricordavo anche il mio tentativo di intavolare una discussione con i genitori di questi bulletti, che si inalberarono subito e mi dissero di stare attento alle parole, che loro avrebbero fatto seguire i fatti, che non avevo diritto di fare accuse così specifiche e dirette: e seguirono i fatti, infatti, che ancora quel giorno che andammo dal dottor Salvo Muti, avevo la stampella e l’occhio destro non vedeva i colori e la spalla doleva.
Ricordavo lo sconforto della Preside:
-Non abbiamo strumenti sa? Picchiano anche noi, quasi tutti i giorni …
Ed il successivo colloquio con la psicologa:
-Luigino si è chiuso nel suo mondo, consegna i compiti, fa le verifiche, è molto intelligente, ma non parla: se interrogato, abbassa la testa, guarda il pavimento, finché il professore lo rimanda a posto sconsolato, mentre i bulli lo prendono a schiaffoni e gli fanno lo sgambetto.
Così l’ultima risorsa era il dottor Salvo Muti, “linguamante”.
Si era acciambellato su quella poltrona e avevo l’impressione che le gambe non toccassero terra, mentre la pancia lo teneva a debita distanza dalla scrivania.
Ero sicuro che Luigino, accanto a me stava pensando la stessa cosa.
Riprese a parlare. Aveva una vocina fitta e stridula.
-Le spiego … un “linguamante” è una specie di rabdomante della sillaba, un terapeuta della lingua, un esploratore del suono scomparso, in grado di rivitalizzare, rinvigorire, tonificare e talvolta rianimare la lingua, questo importante organo della parola, che ogni tanto, vatti a sapere perché, si inceppa …
Luigino mi aveva ripreso la mano e ora lo guardava con occhi sbarrati.
Il dottor Salvo Muti, quando si innescava, non si interrompeva facilmente …
-… a volte servono pochissimi stimoli e il paziente riprende subito a chiacchierare come ai bei tempi, a volte ci va un po’ di pazienza e qualche trucco, vede, ad esempio, quello là è un registratore ed io ho molte cassette delle telecronache della moto Gp fatte da Guido Meda e le partite di calcio col Caressa , che io non ci capisco di sport, beninteso, non so nemmeno cos’è il fuorigioco! E il paziente le ascolta per ore, in cuffia e pian piano la lingua ricomincia a fremere, a vibrare, a “risuonare”, vede, il termine è proprio “risuonare”, noi risuoniamo al mondo, il mondo ci dà gli stimoli, le campane, il traffico, il bisbiglio di una sala d’aspetto, il rombo di un aereo e noi risuoniamo, entriamo in quelle vibrazioni, vede, si dovrebbe usare il termine “frequenze”, ma io non voglio tediarvi con parole complicate, mi importa che comprendiate il processo, il metodo, vede, è necessario capire cosa si va a fare nella terapia, vero ragazzino? Come si chiama il ragazzino? Non penso me lo dirà, se non parla no? Ah ah ah! E’ solo una battuta signor Bonomo, solo una battuta, vede , un “linguamante” deve anche entrare in simpatia con il taciturno di turno! Le è piaciuta questa? “Taciturno di turno” … è una rima! Bella vero? Mi vengono così! Vede …
Io vedevo una libreria alle sue spalle, piena zeppa di grossi volumi, dai titoli esoterici: “L’arte della parola inutile”, “Lemmi e discorsi”, “La battaglia di una definizione di massima”, “Urlare!”, e poco oltre, uno stanzino con un letto da fisioterapista e un megafono.
Lui non faceva pause.
-… perché, vede … non è essenziale dire cose sensate sa? Io ho passato una vita a parlare parlare parlare, dicendo raramente cose sensate e quando sono andato in pensione mi son detto da me, e le assicuro che anche a me stesso ho detto poco spesso cose sensate, ho detto …“caro Salvo è l’ora che metti a frutto questo tuo talento e metti a disposizione del prossimo questa tua dote” e il primo paziente … sa chi è stato? Mia moglie buonanima! Non mi parlava da anni! Pensi un po’! Ho studiato la terapia giusta e nel giro di due mesi parlavamo ore ed ore e ci addormentavamo felici, non più come prima, uno di schiena all’altro, sa com’è no? Lei se ha un figlio, avrà anche una moglie no? La mia è schiattata mentre le parlavo …
Mi diede una frazione di secondo per rispondere.
-Se n’è andata …
-Capisco! Capisco sa? Anche la mia prima moglie se ne andò e non ho mai capito perché … eppure sono ricco sa? Ricco di famiglia intendo … e comunque le dicevo, il ragazzino tornerà a parlare, ma che bello che è ! Come si chiama? Che è importante trovare l’empatia con il paziente sa? Un “linguamante” come qualsiasi terapeuta , deve cercare la simbiosi e capire chi gli sta di fronte, ascoltarlo, conoscerlo, “entrare nei suoi mocassini” dicevano gli indiani! Li ha mai letti i libri sugli indiani, quelli alla Davy Crockett per intenderci? Io ci andavo matto! In biblioteca prendevo solo quelli e loro, gli indiani intendo, erano genti taciturne sa? Parlava solo il capo e diceva “augh!” e io venivo matto sa? Mi preoccupavo! Era nel mio destino questo mestiere!Comunque questo in fondo centra poco, a lei non interessa, lei vuole che suo figlio torni a parlare! A proposito come si chiama? Lei vuole rivederlo felice, raccontare quel che ha fatto a scuola e bla bla bla tutte le balle che raccontano i ragazzini … e tornerà, con il mio metodo tornerà a parlare, gliel’assicuro, parola di Salvo Muti, il “linguamante”, non ho mai fallito, finora.
Cristo Santo!
Tornò a parlare.
Parlava fin troppo! Parlava a pranzo, a cena, nel sonno, sotto la doccia. Quando non parlava, cantava, ed io non riuscivo nemmeno ad interromperlo per domandargli, durante le terapie del dottor Salvo Muti, cosa diavolo avesse fatto.
Ne ricavavo risposte evasive:
-Si chiacchiera!
E dopo cinque sedute smisi di portarcelo e andai dalla psicologa per domandare cosa facesse se a scuola, se rispondeva ai professori, se interagiva con i compagni.
-Parlare? Fa lezione lui adesso! Non la pianta un solo dannato secondo! Una mitraglia! Gliel’avevo detto eh! Quel “linguamante” è un fenomeno!Pensi che i bulli non lo tormentano più: se ne stanno tutto il giorno con le cuffie nelle orecchie pur di non sentirlo parlare e lui mi sembra più felice … che ne dice? Lei è felice?
Io ero felice sì, ma non riuscii a trattenere una domanda:
-Conosce per caso un “silenziante”?
Silvano Bertaina