Una vera e propria staffetta quella che ha portato in Piemonte, tra la fine del 2014 e l’estate 2015, due opere uniche del pittore urbinate.
Non si è ancora conclusa, infatti, la bella mostra dedicata a San Sebastiano, che ha aperto il 5 ottobre 2014 al Castello di Miradolo, a pochi km da Torino (proposta dalla Fondazione Cosso e curata da Vittorio Sgarbi), dove si potrà ancora ammirare fino all’8 marzo il San Sebastiano di Raffaello.
L’opera, custodita abitualmente all’Accademia Carrara di Bergamo, è una delle rare raffigurazioni del santo vestito ed è considerata una delle prime opere giovanili dell’artista; si distingue per la “straordinaria finezza esecutiva e per una capacità quasi meticolosa di gradazioni di luce che scioglie nella morbidezza atmosferica il modulo compositivo appreso dal Perugino” (cit. Giovanni Valagussa, Catalogo Skira della mostra).
In questa imperdibile opera, la luce si posa dolcemente sugli incarnati rosei e sul paesaggio, facendo affiorare una nuova aura di bellezza e di grazia di cui solo Raffaello fu capace interprete. Un prestito di grande prestigio per la Fondazione Cosso, che si aggiunge ai capolavori di Tiziano e Ludovico Carracci, Guido Reni, Guercino, Luca Giordano, Mattia Preti, solo per citare alcuni degli artisti esposti in mostra.
Sempre dal mese di marzo e precisamente dal 19 si potrà ammirare, per la prima volta a Torino, presso la Pinacoteca Giovanni e Marella Agnelli, la Madonna del Divino Amore, proveniente dal Museo di Capodimonte di Napoli. Il Museo ha negli ultimi anni preso parte, con i suoi dipinti, alle importanti mostre monografiche dedicate a Raffaello, susseguitesi a partire dall’esposizione alla National Gallery del 2004-05, a quella di Urbino del 2009, alle recentissime esposizioni del Museo del Prado (2012) e del Louvre (2013), volte a mettere a fuoco il percorso artistico del pittore.
In particolare, attraverso importanti interventi di restauro e campagne di indagini si è venuto a costituire un patrimonio di conoscenze sui processi di ideazione e sulla tecnica pittorica che gettano nuova luce sul complesso iter creativo dell’artista, fornendo nuovi e interessanti elementi di comprensione, come nel caso della celeberrima Madonna del Divino Amore.
L’importante iniziativa, che unisce nuovamente Pinacoteca Agnelli e Museo di Capodimonte, è l’occasione per presentare al grande pubblico i risultati di questi studi e per rendere fruibili, con l’utilizzo di supporti digitali, gli esiti delle indagini riflettografiche, con la lettura della struttura interna del dipinto e le numerose variazioni in corso d’opera e ripensamenti dell’artista. Il tutto supportato da disegni preparatori e schizzi provenienti dalle più prestigiose collezioni grafiche europee, come l’Albertina di Vienna e il Museo delle Belle Arti di Lille.
Dal 19 marzo al 28 giugno
Raffaella Tione