Il MEF si lancia in una nuova avventura espositiva. E lo fa proponendo 4 mostre in contemporanea. Tra queste le famose immagini di Jacques Henri Lartigue al pian terreno, e al piano superiore un omaggio al mutevole mondo della plastica plastica.
La sua estrema meticolosità fotografica – impiegava anche ore nell’attesa dello scatto perfetto – registra tematiche e soggetti ricorrenti che fissano, oltre che il passare del tempo e delle stagioni, anche quello delle mode, delle invenzioni meccaniche, del microcosmo di un nucleo familiare e quello di un’intera nazione, la Francia, paradigma e simbolo dell’Europa del tempo. JHL, fin dal suo primo scatto fotografico, ha immediatamente una coscienza di reporter, di registratore del tempo in cui vive, senza però comprendere che la sua opera sarà capitale nella decodificazione dei cambiamenti epocali e sociali per tutta la prima metà del XX secolo. La sua opera è paragonabile solo a quella di Proust in cui la registrazione del presente è già testimonianza della Storia.
Scatti, annotazioni, diari, disegni, quadri tutto viene meticolosamente annotato, registrato, incasellato come in una biblioteca della memoria dove non si fa uso del ricordo, ma della testimonianza tangibile delle fotografie. La necessità di ordinare per non perdere, per non dimenticare, ha permesso a questo immenso artista di restituirci un pensiero estetico estremamente sviluppato fin dall’inizio del suo percorso poetico. I modelli delle sue immagini – quali gli aerei, le automobili, i familiari sempre in movimento – accentuano le aspirazioni di modernità del continente europeo che, in modo frenetico, si spinge verso l’evoluzione dinamica del progresso. La registrazione delle corse automobilistiche, con i suoi protagonisti ripresi al volante, il librarsi dei primi aerei nei cieli francesi, come i salti degli amici nelle acque di una piscina o i salti nel vuoto oltre la scala della casa di famiglia, testimoniano un processo descrittivo della realtà filtrato da un gusto espressivo particolarissimo e personale.
Le sue inquadrature trasversali, come i tagli oblunghi dei formati fotografici, rivelano un gusto per il pittorialismo che non è però un surrogato della pittura, ma è l’espressione autonoma della sensibilità di un artista indipendente, che elabora un nuovissimo linguaggio attraverso un alfabeto personale e in sintonia con i tempi, se non in anticipo rispetto a essi. La sua arte avrebbe ispirato, se fosse stata conosciuta dai contemporanei, tutta una pittura dinamica dei primi del Novecento che va dal Futurismo di Boccioni (La città che sale, 1910) e di Balla (Dinamismo di un cane al guinzaglio, 1912) all’opera di Duc – hamp (Nudo che scende le scale, 1912).
Ma anche le fotografie simultanee di Bragaglia e il suo saggio Fotodinamismo futurista del 1911 sarebbero stati influenzati da Lartigue se avesse resa nota la sua opera. JHL ha un dono eccezionale: è elegante – non necessariamente lo stile dei sog – getti ritratti, anche se il “bel mondo” lo era per censo e innata propensione – ma il vivere in modo elegante fatto di dettagli e di particolari che si evincono dalle foto perché non comuni e non banali, scelti in modo blasé e non parvenu . La sua opera è serena, spensiera – ta, felice di esistere in un tempo che non è solo la Belle Époque, ma che si spin – ge oltre, anche attraverso la Prima e la Seconda Guerra Mondiale, fino ai ritratti di Picasso (1955) o a quello di Valery Gi – scard d’Estaing (1974). Le 136 fotografie esposte al MEF, oltre ai 50 fogli d’album, sono un com – pendio antologico dell’artista dove vengo – no esposti tutti i temi a lui più cari: dalle prime fotografie degli anni ‘10 del Nove – cento, dove i soggetti familiari sono i più ricorrenti, ai ritratti degli amici di famiglia, che diventano inventori di macchine stra – nissime, fino a quelli dei piloti di automo – bili e aerei, della forza naturale del mare e del vento.
La mostra Plastic Days, a cura di Cecilia Cecchini e Marco Petroni, nasce dall’analisi e dalla selezione di circa 600 oggetti della collezione della Fondazione Plart, Plastiche e Arte di Maria Pia Incutti-Paliotto, e si compone come un originale racconto della grande e molteplice famiglia dei materiali plastici. Una testimonianza che racconta le trasformazioni degli ultimi centocinquanta anni di storia e che svela l’anima profonda della modernità e delle mutazioni che hanno segnato il paesaggio domestico e culturale in cui siamo immersi.
La plastica diviene la lente d’ingrandimento puntata sulle dinamiche sociali ed economiche del nostro tempo. Gli oggetti in mostra rappresentano un’articolata selezione di artefatti assai rari provenienti da tutte le parti del mondo: prime serie di produzione, pezzi di grande tiratura di famosi designer o di design anonimo. Una scelta non finalizzata a proporre una puntuale ricostruzione della storia delle plastiche, ma a realizzare una mostra capace di disegnare un particolare percorso di lettura del nostro tempo, rivisitato attraverso un approccio multidisciplinare tra design, arte e costume. Uno sguardo ampio, testimoniato anche dagli interventi in catalogo di Alba Cappellieri, Laura Cherubini, Stefano Catucci, Gianluigi Ricuperati, Thea van Oosten e Anna Laganà. Completano il percorso espositivo le interviste ad: Andrea Branzi, Donato D’Urbino, Paolo Lomazzi, Alessandro Mendini, Maurizio Montalti/Officina Corpuscoli, Andrea Trimarchi e Simone Farresin/Studio Formafantasma, Gaetano Pesce e Maria Pia Incutti, collezionista e presidente della Fondazione Plart.
La Fondazione Ettore Fico, organo legalmente riconosciuto dalla Regione Piemonte, è stata costituita il 27 luglio 2007 per volontà della moglie Ines Sacco Fico, con lo scopo di promuovere e divulgare l’opera di Ettore Fico e del suo giusto riconoscimento all’interno del panorama artistico nazionale e internazionale. La Fondazione non ha fini di lucro, opera sul territorio della Regione Piemonte e si propone la tutela, la valorizzazione, l’autenticazione, la promozione e lo studio delle opere dell’artista interagendo con istituti culturali, musei, accademie e altri organismi nazionali e internazionali.