Esce oggi “La terra si rivolta“, di Mimesis edizioni, il nuovo libro di Angelica Polverini.
Il libro è stato ideato osservando il territorio italiano, in particolare, pensato in Sardegna e scritto tra Val d’Aosta, Veneto, Liguria, Toscana e Piemonte, le regioni nelle quali l’autrice abita e lavora.
Un capitolo intero è dedicato alla città di Torino e alla sua espansione dei secoli XVIII e XIX, esempio importantissimo di modificazione dello sguardo degli abitanti.
Si avvale della collaborazione di vari professionisti: Valentina Manella (antropologa), Maria Grazia Turri (filosofa), Gianni Talamini (architetto), Paola Pacetti (medico oncologo), raccolgono le visioni sul territorio italiano ciascuno osservando, come in un moderno simposio, che cosa rappresenta lo sguardo sull’Italia.
L’antropologia ha indagato l’osservazione distratta di abitanti non più interessati al rapporto con la terra lavorata, la medicina come l’osservazione sull’ambiente naturale provochi benefici a livello fisico, la storia dell’arte come esso modifichi il processo d’identificazione e l’architettura come la visione economica abbia generato la globalizzazione al di fuori dei nostri confini.
L’Italia è quindi vista come un poliedrico luogo dove ogni disciplina vede nel rapporto tra uomo e ambiente un preciso campo d’indagine.
Il testo è esplicitamente dedicato alle bellezze artistiche italiane e al pericolo in cui esse versano per l’incuria e la disattenzione politica e degli abitanti.
L’Autore precisa che: ”Nello specifico, nel mio pezzo “Lo sguardo” ho voluto indagare la particolare osservazione degli italiani che ha permesso un processo d’identificazione davvero unico con la bellezza e l’arte che accoglie. Cosa che purtroppo diamo troppo spesso per scontata e che ci rende spesso vittime di quella cecità del residente, così pericolosa per la nostra incolumità”
Sinossi di presentazione:
Alluvioni, smottamenti, frane e dissesti idrogeologici: catastrofi che seguono a piogge appena abbondanti. Il rapporto dell’uomo con la terra si presenta oggi come una relazione pericolosa e distruttiva, identico nel suo svolgersi alla crisi di un legame affettivo. La grande responsabile è l’incuria, ovvero ciò che ha contraddistinto gli interventi umani sull’ambiente naturale negli ultimi due secoli. Questo libro racconta chi siamo diventati quando si è smesso di comprendere che le mancate attenzioni alla terra avrebbero avuto conseguenze per noi stessi e quando non abbiamo più lasciato alle risorse il tempo per ristabilire il proprio equilibrio. Si tratta di una storia di abbandono e di un possibile recupero del rapporto, sviluppando un nuovo sguardo su ciò che ci circonda: l’osservazione sveglia e consapevole, cosciente dell’importanza dei dettagli paesaggistici trascurati, che ha al suo centro, come serbatoio vincolante la memoria e il suo prezioso scrigno di storie. Essa è l’elemento fondamentale per la sussistenza e la sicurezza delle generazioni passate e future, il perno su cui ruota la nostra esistenza, il nucleo della nostra identità.
Nota biografica:
Angelica Polverini, (La Spezia, 1980) Storico dell’arte, laureata all’Università di Pisa in Storia dell’arte moderna, è docente di Metodologia e teoria storico artistica, Storia dell’arte moderna e Storia dell’arte contemporanea all’Accademia di Belle Arti di Novara. Nel 2011 ha pubblicato Inganno dei Sensi. Storia della percezione sinestetica tra vista e tatto (Mimesis) e nel 2012 ha curato il catalogo antologico all’opera del vedutista Vittorio Nobili, Passeggiando nel Golfo di Venere (Ed. Giacché). Si occupa di ricerche sullo sguardo e sui risvolti psicologici e filosofici della ricezione artistica.