Giovani artisti delle scuole d’arte si sono incontrati a Torino per “Costruire un nuovo mondo – Building a new world”,  il FISAD – Festival Internazionale delle Scuole d’Arte e Design con un programma partito il 14 ottobre  fino al 17 novembre.

Trentacinque Accademie e scuole d’arte italiane e diciannove straniere partecipano alla seconda edizione di un Festival che vanta un format unico al mondo per l’apertura a tutte le forme d’arte, non solo le arti visive ma anche teatro, cinema, performance, danza e circo.

Organizzato dall’Accademia Albertina delle Belle Arti di Torino, presidente Paola Gribaudo e direttore il regista Salvo Bitonti che dell’iniziativa è l’ideatore, il Festival ospita quest’anno artisti provenienti non solo dall’Unione Europea ma anche dalla Russia, dalla Cina, dall’Australia, dall’Etiopia e dagli Emirati Arabi. Al Festival è abbinata la quattordicesima edizione del PNA – Premio Nazionale delle Arti.

Le mostre allestite rimarranno poi visitabili fino al 17 novembre Si tratta di una grande kermesse che offre un panorama unico e prezioso sullo stato dell’arte giovane e quindi sul suo futuro, in Italia e nel mondo, per l’occasione GazzettaTorino ha intervistato Salvo Bitonti.

 

Festival Internazionale delle Scuole d’Arte e Design

Sala azzurra

 
Professore, come stanno le Accademie d’Arte Italiane? Come e in quale direzione si muovono?
Le Accademie di Belle Arti in Italia sono un vero tesoro del nostro grande patrimonio culturale. All’estero l’eccellenza di alcune Accademie fa si che in proporzione, rispetto agli studenti stranieri che frequentano le Università italiane, il 70% decida per le Istituzioni dell’Alta Formazione Artistica e Musicale, AFAM, di cui fanno parte tutte le Accademie statali, storiche e private, oltre i Conservatori di musica, gli ISIA, che sono le scuole artistiche per le industrie e l’Accademia Nazionale di Danza e D’Arte drammatica. Un variegato panorama che è apprezzato e conosciuto in tutto il mondo. Oggi le Accademie di Belle Arti si muovono rapidamente verso le professioni del futuro. Oltre le scuole classiche, come pittura, scultura, scenografia, decorazione e arte grafica, le nuove scuole come Nuove tecnologie per l’arte o Progettazione artistica per l’impresa attraggono un numero sempre crescente di studenti. L’evoluzione dei percorsi artistici si incontra con i nuovi mezzi di espressione tecnologica creando risultati inconsueti e al passo con i tempi.
Festival Internazionale delle Scuole d’Arte e Design

Il Prof. Salvo Bitonti

Cosa cerchiamo oggi, secondo lei, dentro un manufatto artistico?
Oggi l’idea stessa dell’arte è profondamente mutata, come tutti sappiamo. Tuttavia le Accademie mantengono vivo il senso del “laboratorio”, come luogo di ricerca ed invenzione. Una prerogativa questa che hanno solo le Accademie e che  molti ci invidiano. Direi che in questo continuo confronto  laboratoriale fra docente e studente nasce una consapevolezza del fatto artistico. Un opera artistica ha il soffio della vita di chi l’ha creata anche se l’opera potrà vivere senza la presenza del suo autore, a differenza delle arti perfomative che esistono per la presenza dell’artista vivente. Ecco forse cosa ci attrae:  la comprensenza e la lontananza ad un tempo dell’artista in un’opera di arte visiva. E’ questo forse cosa noi cerchiamo, una parte o un frammento della vita dell’artista.
Cosa porta a casa dell’esperienza torinese? Soddisfatto?
 
Io insegno regia e Storia del Cinema stabilmente dal 2001 all’Accademia Albertina di Torino. Il mio mestiere è quello del regista teatrale con incursione nel cinema d’arte. Ho portato qui la mia esperienza e ad esempio sul lato cinematografico ho fatto realizzare oltre 150 video di narrazione, d’arte, di animazione o sperimentazione  ai miei studenti in circa 6 anni di didattica dedicata. Sono stato Direttore per 6 anni ( due mandati, di cui l’ultimo in scadenza) e credo di aver trasformato l’Accademia, da una Istituzione didattica di livello universitario quale essa è, in un organismo di produzione e diffusione della cultura a Torino, in Italia ma soprattutto all’estero. Oggi l’Accademia Albertina è tra le Istituzioni artistiche didattiche italiane più conosciute nel mondo. Leader per importanza in Cina. Poi abbiamo realizzato un numero notevole di mostre sia in Pinacoteca che in città estere. Ho inventato, con il supporto di Fiorenzo Alfieri, ex presidente dell’Albertina, il Festival Internazionale delle Scuole d’Arte e Design che è un format unico al mondo che comprende non solo le arti visive, ma la danza, la musica, il circo, il cinema e la musica. Non si è mai soddisfatti del lavoro svolto. Ma i risultati devono giudicarli gli studenti, i docenti e il pubblico che ci segue con affetto.
La città è in declino anche dal punto di vista della proposta artistica?
 
Francamente mi sembra che il sistema dell’arte a Torino stia tenendo. Lo dimostra il pubblico internazionale che affolla tutti gli eventi e mostre attorno alla grande Fiera di Artissima di questi giorni. Noi diamo il nostro contributo con le mostre in Accademia dei giovani artisti ancora studenti che hanno partecipato al Premio delle Arti e al FISAD 2019. Un segmento che è tutto da scoprire e che le nostre iniziative stanno portando in luce. Io ho casa a Roma, pur insegnando da venti anni a Torino e di declino culturale purtroppo me ne intendo.
Come valuta la manifestazione Paratissimna, è consigliabile oppure è il luogo da cui tenersi più lontano per un giovane artista?
Noi come Accademia abbiamo partecipato più volte a Paratissima con uno spazio che ci è stato concesso a titolo gratuito. In ogni caso tutte le possibilità che i giovani  artisti hanno di poter far vedere le loro opere sono grandemente apprezzate da me.
Festival Internazionale delle Scuole d’Arte e Design

Il Prof. Salvo Bitonti

Entrando più nel personale, quali tipo di opere vi sono alle pareti della sua abitazione?
Casa mia a Roma è un piccolo “museo” di ricordi personali.Qui a Torino ho un piccolissimo monolocale.  Non ho certo opere di artisti famosi alle mie pareti ma ho comunque moltissimi quadri.  Non ho più alcuno spazio libero nelle pareti.  Il criterio da me scelto  è il più semplice: solo opere che mi piacciono di qualunque epoca ma che mi faccia  sempre piacere guardare e riguardare