La canzone melodica italiana tra “Le mille bolle blu”e lo “Tzunami” Il Festival di Sanremo ha raggiunto la sua settantesima edizione e come sempre accade la moda e la musica che resteranno alla storia non sempre salgono sul podio dei vincitori.
Mina, che il prossimo 25 marzo festeggia i sui primi ottant’anni di vita, con la canzone “Le mille bolle blu” è storia della canzone e della moda anche se, nel 1961, non superò il quarto posto in classifica. In concomitanza con le serate presentate al teatro Ariston, nel centro commerciale ligure The Mall, aperto dal mese di giugno 2019, è stata allestita una esposizione di abiti da scena indossati dai protagonisti delle canzoni della musica italiana.
L’ente promotore di questa rassegna di abiti ha ricostruito la storia stilistica della musica leggera italiana attraverso l’abbigliamento dei suoi protagonisti più rinomati. All’interno di vetrine trasparenti, nell’Outlet The Mall, in questi giorni è ancora possibile vedere dei manichini che indossano le mise storiche dei cantanti che hanno calcato il palcoscenico dell’Ariston.
Dodici vetrine che raccontano la moda sobria ed elegante dell’ abito in tulle indorato di fiori indossato da Nilla Pizzi nel 1951 mentre cantava “Grazie dei fiori”, l’abito bianco in voile a grandi pois neri indossato da Mina nel 1961 mentre cantava “Le mille bolle blu”, il mini abito scandaloso in pelle nera con finto pancione indossato da Loredana Bertè nel 1986 mentre cantava “Re”.
Dal secondo dopoguerra ad oggi il gusto del vestire è cambiato radicalmente ed è passato dall’eleganza sartoriale di Dior e Givenchy ad un team di stilisti dell’ alta moda italiana come Valentino, Armani e Versace sempre più incisivi e trasgressivi che hanno trasformato gli anni 80 del XX secolo in un laboratorio sperimentale di tessuti, accostamenti, volumi e forme in cui il corpo della donna si esalta e scompare per richiamare l’attenzione sulla bellezza portata all’estrema interpretazione.
Gli autori di settant’anni di storia del costume hanno sempre avuto nel Festival di Sanremo una vetrina promozionale della moda nazionale. La moda e la musica all’unisono da sempre concorrono all’innovazione degli usi e costumi sociali; entrambe sono protagoniste della storia dello stile del vestire nel tempo.
Dall’antichità ai giorni nostri siamo accompagnati dalle note musicali che intonate alle parole raccontano come cambia la percezione dei nostri sentimenti in relazione alle politiche in vigore. Sono trascorse alcune settimane dall’ edizione 2020 del Festival e nel centro commerciale del lusso The Mall la vita sembra congelata tra improbabili acquisti e la preoccupazione del virus dilagante; solo gli stranieri contribuiscono al giro d’affari del comparto dei grandi marchi italiani della moda.
Nel via vai dei visitatori, attratti dalle vetrine che presentano le novità del Made in Italy del lusso, svetta lo smoking indossato da Domenico Modugno nel 1958, sulle note della canzone “Nel blu dipinto di blu”, quello indossato da Adriano Celentano nel 1961, sulle note di “24000 baci” mentre la giacca etnica indossata da Claudio Bisio nel 2019 si contrappone al cappotto geometrico di Mahmood, il vincitore della penultima edizione del rinomato Festival con la canzone “Soldi” Come al teatro Ariston, nell’ area espositiva dell outlet The Mall i bambini possono provare l’emozione di esibirsi cantando su di un piccolo palcoscenico della città dei fiori che riproduce quello originale.
Per ristorarsi si può sostare nel locale catering gestito dalla cooperativa di Villa Ormond, la dimora storica del facoltoso imprenditore svizzero, Michel Louis Ormond, produttore di sigari che, nel tardo ottocento, trascorse buona parte della sua vita a Sanremo.
Quest’anno in gara nella sezione nuove proposte del Festival si sono presentati, in sella alle loro biciclette, gli Eugenio in Via di Gioia, una giovane band torinese con il brano “Tsunami”, in linea con le nuove tendenze generazionali che hanno a cuore la cura dell’ambiente.
La ventata di innovazione rilanciata al Festival da questi giovani cantanti ecologisti apre le porte ad un nuovo modo di intendere la canzone oggi, in linea con l’ ondata green che cambierà la veste della musica italiana nel mondo ovvero oltre a “Le mille bolle blu” evasive sempre più “a thousand wheels on the road” per salvare in concreto il nostro pianeta.
Monica Pontet