Il fandom della 46 edizione di Arte Fiera a Bologna ha visto tra i 141 espositori una notevole compagine piemontese.
Prima fiera del 2023, dove la pittura è mainstream, in serrato impegno nel risollevarsi dopo annate difficili e non esaltanti, dedicata alla proposta dell’arte contemporanea, con lunghi rizomi nel bacino di qualità dell’arte moderna, ha cercato di risalire tra le fiere di pregio del panorama italico, totalizzando circa cinquantamila presenze in pochi giorni, segno di ritrovata curiosità e fiducia nel lavoro del Direttore Simone Menegoi all’inaugurazione in sciarpa rosso fuoco, da parte delle gallerie italiane. Per quelle straniere occorrerà attendere ancora un po’.
Sette i premi assegnati durante Arte Fiera 2023: la prima edizione del Premio Collezione Righi assegnato a Massimo Grimaldi, rappresentato da ZERO…, con l’opera Translucent Island; Premio ColophonArte a Elena Mazzi, rappresentata da Ex Elettrofonica; Premio Lexus – Gruppo Morini ad Andrea Respino della galleria Monitor; Premio Osvaldo Licini by Fainplast a Lorenza Boisi di Ribot Gallery; Premio Rotary a Ncontemporary; Premio Spada Partners a Silver Lomè di Flavio Favelli, rappresentato da Studio Sales; Premio The Collectors.chain di Art Defender a Maha Malluh con l’opera The Mouse, rappresentato dalla galleria MLZ Art Dep.
La corposa propaggine piemontese che si è aggiudicata un booth in fiera comprendeva le gallerie Giorgio Persano, Lunetta 11, Marco Rossi, Umberto Benappi, Rocca Tre, Biasutti & Biasutti, Mazzoleni e speriamo di non aver dimenticato nessun’altro.
Il progetto espositivo scelto da Mazzoleni è dedicato all’esplorazione di Forme e Linguaggi, nel dialogo tra i grandi maestri del secondo dopoguerra italiano e le più recenti produzioni contemporanee. La presentazione si apre con una selezione di opere legate alle sperimentazioni materiche e spaziali di Alberto Burri, Agostino Bonalumi e alcuni importanti lavori degli anni ’50 e ’60 di Lucio Fontana. L’enfasi comune di questi artisti nei confronti di aspetti legati a forma e materiali, che di fatto è il tratto che identifica l’estetica dell’arte del secondo dopoguerra italiano, sfuma il confine tra pittura e scultura attraverso la manipolazione di materiali e forme. La presentazione si chiude con i lavori di alcuni artisti attivi sulla scena contemporanee come Andrea Francolino, David Reimondo, Rebecca Moccia o Marinella Senatore, in dialogo con le opere dei grandi maestri dell’arte italiana del secondo dopoguerra.
La galleria Roccatre presenta una quindicina di opere del periodo informale e la sua evoluzione. Presenti gli artisti Vasco Bendini ( in particolare spicca un’opera del 58 pubblicatissima, quadriennale di Roma), Piero Ruggeri con un’opera del ’60. Tre opere di Pinot Gallizio del suo periodo sperimentale, un lavoro che fu alla Biennale di Venezia del 58 di Alfredo Chighine e quindi una serie di opere del periodo post informale di Gastini della fine degli anni ’80.
La Galleria Umberto Benappi propone con una selezione di opere di Gianni Dessì, Alois Mosbacher e László Fehér. La mostra vuole riproporre il progetto “Encounter Narratives”, a cura di Lóránd Hegyi, presentato negli spazi della Galleria nel 2022. Nelle opere di Gianni Dessì si ritrova una grande sobrietà cromatica data da diversi interventi sulla tela, come lacerazioni, incisioni, sovrapposizioni di piani, inserzioni di materie diverse. “Il ‘fuori’ della pittura di Dessì è generato anche dalla tensione espansiva che si manifesta nella pressione esercitata sui confini del quadro, verso l’esterno. Spesso i suoi dipinti non finiscono dove termina il rettangolo della tela, continuano al di là o addirittura sui muri che li accolgono come per sottolineare una volontà di estendere il processo di trasformazione che essi esibiscono a uno spazio ‘altro’, fuori dai limiti della tela.Da oltre trent’anni Alois Mosbacher racconta attraverso la sua pittura il suo universo di flora e fauna; una fiaba astratta in un ambiente rappresentativo; uno spazio di immagini figurative in cui la tensione si crea interamente senza figure. I dipinti e i disegni di grande formato di Alois Mosbacher trasformano foglie, fiori e tutti i tipi di rami in paesaggi scultorei.
La galleria Marcorossi artecontemporanea presenta nello stand A 101 sei artisti, con una selezione accurata di opere recenti o storiche. Il solito Berruti poi Matteo Basilè con alcune opere che anticipano la mostra Hybrida, nelle gallerie di Milano, Verona e Torino. Mirco Marchelli con alcune opere dell’ultimo ciclo Tante belle cose, mostra della scorsa stagione. Di Franco Guerzoni e Marco Tirelli ci sono opere storiche, tra le quali una preziosa installazione di carte anni 80 dell’artista romano. Infine Paolo Ventura sarà presente con le sue atmosfere novecentesche con i collage fotografici, resi unici dagli interventi pittorici, del nuovo ciclo I pugili.
Lunetta11 e la galleria Niccoli presentano la mostra Abbraccio Elastico un dialogo tra Fausto Melotti e Ismaele Nones. L’accostamento tra Contrappunto piano del 1973 di Fausto Melotti (1901-1986) e l’inedito Avanti Popolo di Ismaele Nones (1992) è dunque immaginato in questa occasione come un abbraccio elastico. Un angolo arioso della fiera permette di osservare con interesse l’intreccio semantico tra la scultura di Melotti e la pittura di Nones.
Da Biasutti & Biasutti tre generazioni di artisti piemontesi in sequenza fanno circolare un discorso sul rapporto tra arte, ambiente, sensibilità e rappresentazione. A capofila Piero Ruggeri che passa il testimone a Pietro Gilardi per arrivare alle sculture dell’artista di Torre Pellice Andrea Nisbet.
Nello spazio espositivo di Giorgio Persano lampeggia e soprattutto suona un’opera video/sonora di Alessandro Sciaraffa che con la riconosciuta curiosità alza l’indagine fino a studiare le aurore boreali e tradurne i suoni in un pentagramma fonico e visivo, come un calco traduttivo di un fenomeno inavvicinabile. Due video scorrono affiancati e invertiti a riecheggiare i messaggi segreti dei suoni del cielo registrando il fenomeno in una forma compiuta.
Le fiere con il loro parterre di aperitivi, party esclusivi, feste e cene costruite per la seduzione di collezionisti rappresentano a tutti gli effetti la dimostrazione di un mercato importante, vivace e sfaccettato, dove l’arte è a tutti gli effetti nutrimento. Un cibo spesso difficile da gustare per i non addetti che volendo si può paragonare ai menù che propongono insetti come prelibatezze.
Lo sguardo di sospetto e di repellenza è simile. Eppure entrambi, arte contemporanea e insetti non solo appartengono al presente ma indicano le direzioni future. Ovviamente non tutti gli insetti avranno lo stesso successo, come del resto moltissime opere non hanno bucato il soffitto dell’interesse di collezioni e musei.
Ma prepariamoci. Al solito vista e palato vanni educati al nuovo.