Nel Palazzo Salmatoris di Cherasco, appena restaurato, dal 17 ottobre è in corso la mostra: “African Style. Dall’arte africana tradizionale all’arte contemporanea”.
Un ponte immaginario che poggia da un lato sulla scultura dell’Africa nera carica di forza enigmatica di soprannaturale e magia e su l’altro versante ctocca l’arte contemporanea africana ed occidentale; in mezzo il fiume della storia di uomini e cose che corre impetuoso verso il mare del tempo.
Quella in esposizione è l’incredibile collezione di arte africana tradizionale appartenente ai curatori della mostra, Bruno Albertino ed Anna Alberghina: medici torinesi, viaggiatori coraggiosi e appassionati studiosi di arte africana.
Circa centocinquanta pezzi tra maschere, statue, feticci, oggetti d’uso tradizionali, tutti accomunati da grande eleganza espressiva e rigore formale in dialogo, con le opere pittoriche, scultoree e fotografiche di artisti contemporanei.
Un fantastico caleidoscopio, in cui l’arte africana, sospesa tra passato e futuro, ha ispirato Ugo Nespolo, Plinio Martelli, Titti Garelli, Renza Sciutto, Marian Heyerdahl. Presente una sezione di fotografie artistiche che documentano la vita di popoli africani custodi di tradizioni ancestrali. Le foto in esposizione sono della collezionista torinese Anna Alberghina e degli americani Tomas D.W. Friedmann e Phil Borges.
I lavori di importanti artisti contemporanei africani, esposti in una sezione curata da Cesare Pippi rappresentano l’attenzione al percorso storico e al suo divenire. Con un contributo storico di Paolo Novaresio e critico di Armando Audoli.
Nella mostra sono rappresentati i grandi temi dell’Arte africana tradizionale, letti mantenendo un sottile equilibrio tra l’aspetto etnografico e quello estetico-formale. L’estetica africana è diversa, lontana e si costituisce di manifestazioni materiali ed immateriali, un modo di essere e vivere che si esprime principalmente nella scultura sacra e profana, negli ornamenti e nelle decorazioni corporee.
L’Arte africana tradizionale con la sua concezione geometrica degli spazi e la sua espressività porta ad una sublimazione dei contenuti artistici, pur partendo da valori magico-religiosi. Da del tu al sacro, sovverte i paradigmi e apre alle rappresentazione simbolica e ieratiche della realtà. Le avanguardie artistiche dei primi del ‘900 con Matisse, Picasso, Braque, Derain, Modigliani, Brancusi, Giacometti trassero insostituibile ispirazione dalla straordinaria purezza della forma e sintesi plastica dell’arte africana.
L’arte è testimonianza del tempo, lo attraversa, mutando e rimanendo se stessa, nel suo rispondere a interrogativi eterni, nel dare forma tangibile all’immaginazione nel rivelare il dramma e il mistero dell’esistenza malgrado la certezza del tempo come omnia vincit.