Al Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea e alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo di Torino è stata da poco inaugurata la mostra personale dell’artista inglese Ed Atkins (Oxford, 1982) visitabile in entrambe le sedi fino al 29 gennaio 2017.
L’opera di Atkins – video-maker, performer, scrittore – si colloca tra le più prolifiche e attuali forme di indagine della soggettività umana attraverso il mezzo digitale. L’artista ha acquisito da un sito, che fornisce modelli 3D per giochi e progetti di realtà virtuale, un personaggio maschile e, mediante l’utilizzo del programma Faceshift, lo ha animato catturando le proprie espressioni del volto e la propria voce e trasferendole alla figura generata dal computer.
E’ così che Atkins, in un collage iper-tecnologico, costituisce l’avatar di se stesso come protagonista delle sue opere per riflettere in prima persona sulla fragilità emotiva, la solitudine e il disorientamento dell’individuo nella società contemporanea, così connotata dall’affermarsi del digitale, accessibile e immediato, ma in uno stato di ‘sospensione’ rispetto ai valori di autenticità e spontaneità della vita reale.
“Le opere di Ed Atkins piangono il soggetto e il fallimento della sua rappresentazione nell’era digitale. L’artista esprime questo lutto negli scritti, nei video e nelle performance, attraverso una poetica del bathos (n.d.r. stile caratterizzato da repentini mutamenti che portano ad una goffa discesa dal sublime al ridicolo) che travalica le modalità di comunicazione […]” – scrive Carolyn Christov Bakargiev, curatrice della mostra insieme a Marianna Vecellio per il Castello di Rivoli ed Irene Calderoni per la Fondazione Sandretto, nel saggio del catalogo pubblicato per l’occasione da Skira.
Al terzo piano del Castello di Rivoli, in cinque sale distinte, sono presentate le video installazioni Even Pricks (Anche i cazzoni), 2013, Warm, Warm, Warm Spring Mouths (Calde, calde, calde sorgenti), 2013, Happy Birthday!!! (Buon compleanno !!!), 2014, Ribbons (Nastri), 2014 e Hisser (Sibilatore), 2015: grandi schermi ad alta definizione si susseguono conducendo il visitatore in un percorso immersivo e visionario, nel “sottotetto di un antico castello sotto incantesimo”, che l’artista ha scelto come luogo ideale per ospitare “l’intangibilità della materia tipica della cultura digitale”.
In particolare l’opera Hisser , 2015 – di recente entrata a far parte della collezione permanente del Castello di Rivoli grazie alla generosa donazione del collezionista Marco Rossi – è stata realizzata nel 2015 per la Biennale di Istanbul (di cui Carolyn Christov Bakargiev era direttore artistico) grazie al sostegno del British Council, della Henry Moore Foundation e di Patrizia Sandretto Re Rebaudengo, la quale ha continuato la fruttuosa collaborazione con l’artista ospitando a Torino, in Fondazione, Safe Conduct (Salvacondotto), 2016, la sua ultima creazione. Si tratta di una video installazione a tre canali, le cui immagini, decisamente splatter, descrivono, in un aeroporto fantasma, con il Bolero di Ravel in sottofondo, le procedure da seguire per superare i controlli di sicurezza. Accompagna il lavoro una serie inedita di opere grafiche a parete.
L’architettura contemporanea della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, dopo il white cube della Statens Museum for Kunsts di Copenhagen, è stata selezionata da Atkins come location “neutra” adatta alla collocazione dell’opera: l’aeroporto, considerato “luogo sicuro” diventa uno spazio di terrore nel quale il continuo disattendere alla tutela della privacy ci rende più vulnerabili, sottoposti a continui controlli che si trasformano addirittura in asettiche dissezioni corporee. L’artista si è interrogato su come esprimersi con una forma di sincerità in un’epoca in cui tutto è finzione: l’unica risposta è rintracciabile nell’esagerazione del patetico.
Lo stesso artista afferma: “I miei video parlano allo stesso tempo della struttura e del modo in cui le immagini vengono prodotte; parlano di aspetti fondamentali dell’esperienza umana, amore, morte, sesso: più genericamente parlano di relazioni […] Le figure nei video sono surrogati, sostituti di persone reali […] mi sembra di poterli trattare peggio […]
Il lavoro di Ed Atkins dimostra un’impeccabile padronanza tecnica e un attento studio dell’emotività e della psicologia umana a partire dalla propria esperienza personale – in Happy Birthday!!!, per esempio, compaiono, insieme ad altre, le due date 1950-2009 in riferimento all’improvvisa e prematura morte del padre che in qualche modo ha sancito l’inizio della sua attività di videomaker. E’ interessante e ardua la sfida che l’artista propone al visitatore, di entrare in un mondo parallelo, quello dei pensieri e dei sentimenti umani mediati dal digitale, come diagnosi disturbante del presente e assurda profezia della vita futura.
La retrospettiva di Ed Atkins al Castello di Rivoli, ha dato inoltre avvio alla prima edizione di una serie di progetti d’artista dedicati alla biblioteca del Museo. Atkins ha proposto una selezione di saggi e testi di letteratura e critica, preziosa linfa culturale per la sua ricerca, che è stata acquistata dal museo e verrà inserita negli scaffali della biblioteca sotto la lettera “A”, accanto ai suoi cataloghi (secondo il “principio di provenienza” degli archivi) consultabile da tutti i lettori interessati. Ciascun libro suggerito dall’artista avrà al suo interno un ex libris da lui disegnato, firmato in originale in 200 esemplari disponibili alla vendita presso il bookshop del museo.
www.castellodirivoli.org
www.fsrr.org