E’ il 1969 quando la galleria Christian Stein di Torino ospita le opere del giovane Plinio Martelli. La mostra, curata da Nino Benatti, esponeva una serie di sculture realizzate con materiali inediti come neon, plexiglass, lampadine colorate; sculture evocative, dotate di un forte senso di coesione ed ironia, spiazzanti e intrise di simboli.
La stessa fascinazione d’allora, quasi un déjà vu, la possiamo rintracciare in questi giorni nelle sale del secondo piano della Galleria d’Arte Moderna dove all’interno del ciclo espositivo Surprise, le stesse opere esposte alla Stein sono rimesse nuovamente sotto gli occhi dei visitatori, questa volta sotto la tutela curatoriale di Maria Teresa Roberto.
Ritroviamo, sorpresi dalla freschezza ed attualità inalterata che le opere possiedono, l’aquilone metropolitano, che un giorno volò davvero nel cortile della casa di Munari, fatto di neon circolari poggiato al centro di un riquadro costruito con bianche piastrelle quadrate. L’umorismo del Carrettino che baratta le proprie ruote per delle lampadine verdi, portatore di un blocco di corallo trafitto da un’asta di vetro; la clarina, la tromba argentata sospesa su un angelico panno color avorio che annuncia un improbabile giudizio universale; l’opera Frontespizio che riporta il fregio di un libro d’arte del ‘700 su foglio trasparente su cui dondola impercettibile un pendolo forse appartenuto a fisico francese Foucault. Le atmosfere e le libertà di espressione di quell’epoca sono forse condensate nel video sperimentale che Martelli girò nell’angusto bagno del proprio studio dell’epoca proprio sulla nozione di spazio, di movimento ed utilizzo dello stesso.
Plinio Martelli da allora non ha smesso di esplorare nuovi territori, conservando la stessa curiosità, affinando il gusto della ricerca, decontestualizzando e rigenerando citazioni e decorazioni, riuscendo a mantenere una singolare e precisa capacità evocativa riscontrabile in tutti i suoi lavori.
La mostra rimarrà aperta al pubblico fino al 15 giugno.
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