Amore che fuggi da me ritornerai… Retrò-attivamente.
Nei primi mesi di questo 2023 che già si preannuncia movimentato, gli appassionati di auto torinesi hanno ricevuto una notizia a dir poco… triste. La ormai quarantennale fiera dedicata al motorismo storico “Automotoretrò”, insieme alla più giovane ma altrettanto seguita “Automotoracing”, dedicata al tuning, semplicemente, abbandoneranno il campo e se ne andranno in Emilia Romagna. Come se, di punto in bianco, Torino e il Piemonte, che tanto hanno dato alla fiera, non fossero mai esistiti.
Sono stati scritti fiumi di inchiostro, dalla stampa locale, sulla querelle fra gli organizzatori e il famigerato Lingotto che, sempre stando a ciò che si è letto, avrebbe raddoppiato le tariffe all’ultimo momento. Fatichiamo a credere – ma ci dobbiamo fidare – che un qualsiasi ente fiere, tiri fuori dal cilindro le cifre dei canoni di affitto ad un qualsivoglia organizzatore, un paio di mesi prima dell’evento, ma pare proprio che sia andata così, gettando questa povera società nello sconforto, non dandole alcuna possibilità di organizzare il tanto desiderato evento.
Ed è stato così che si è andati di corsa a tirare per la giacchetta l’inconsapevole Sindaco di Torino e l’altrettanto inconsapevole Governatore del Piemonte, andando a supplicarli di risolvere questa situazione, facendo qualcosa verso il Lingotto, brutto e cattivo. I due, giustamente, o almeno salomonicamente, hanno liquidato la questione dicendo che era un problema fra due privati e che avrebbero dovuto risolverselo da loro, come del resto fanno migliaia di aziende ogni santo giorno, senza tanta pubblicità.
Allorché sono partite mille considerazione, altre dichiarazioni, addirittura si sarebbe prospettato un Automotoretrò all’aperto, in favore di sole e di prati verdi, ma poi, infine, il crudo ritorno alla realtà. C’era bisogno di un posto chiuso, del resto si sa, fino a marzo il clima in Piemonte è piuttosto rigido. Voler essere i primi della stagione fieristica ha un suo prezzo, duro, da pagare.
Ed è così, che nelle stanze dei bottoni, comincia a ventilare l’idea di abbandonare, di lasciare, di andarsene. In fondo sono stati tutti cattivi. Un vecchio motto diceva: “Chi non ti vuole, non ti merita!”. E allora, via, come ogni innamorato immaturo, di fronte alle difficoltà, semplicemente si lascia e si parte. Un treno e qualche ora di viaggio e sembra tutto più bello. Si giunge in una terra piatta, dove si mangia bene e ti accolgono a braccia aperte… Chi non si lascerebbe andare? E allora, via, bando alle ciance! Ci trasferiamo li!
E così, Automotoretrò, è andato. Inglobato in una fiera di compravendita, dove ognuno può portare il tanto odiato servizio da caffè regalato dalla suocera, oppure il vecchio televisore e, magari, girando fra questi affari, si potrà vedere anche qualche bella automobile. Forse. Vedremo come andranno le cose, ma sicuramente nulla sarà più come prima. Ma, soprattutto, bisogna ricordarselo, in Emilia, in questa stupenda terra che ti accoglie a braccia aperte, tu sei uno dei tanti amanti e, come succede spesso, alla fine il rischio di soccombere sotto l’ars amatoria di qualcun altro, migliore della nostra, è molto elevato. E il rischio di tornare con i propri bagagli su quel treno, con le pive nel sacco, rischia di essere concreta.
Ma Torino e i suoi appassionati, in quel caso, si comporteranno diversamente. Nonostante siano stati maltrattati, traditi e abbandonati – perché di questo si tratta – con serietà e integrità sabauda, sapranno riprendere per mano quel figliol prodigo che ritornerà (perché ritornerà, ne siamo certi, anche leggendo le notizie di questi giorni), magari freddamente, magari senza troppo entusiasmo, ma gli daranno una bella lezione di vita.
In fondo le sbandate possono capitare a tutti, c’è chi anche dopo quarant’anni di matrimonio non ha ancora imparato ad amare, ma c’è sempre tempo di imparare a vivere. Confidiamo nel fatto che Torino saprà cosa fare. Noi torinesi abbiamo sempre saputo cosa fare, senza fare troppe parole. Anche perché, il nostro valore lo conosciamo ed è un attimo farsi sedurre da qualcuno più bravo e più capace, che magari fa capolino in uno spazio vuoto.
Lorenzo Ramellino