Sorprendentemente vuoto, ma particolarmente suggestivo l’Oval ha accolto la conferenza stampa di presentazione di Artissima 2015, Fiera Internazionale d’Arte Contemporanea a Torino, alla sua ventiduesima edizione, diretta per la quarta volta da Sarah Cosulich Canarutto.
La fiera, come consuetudine, aprirà le sue porte al pubblico nel mese di novembre (6-8) e si articolerà in sei sezioni principali, tre delle quali Main Section, New Entries e Art Editions dirette dal comitato delle gallerie internazionali con Isabella Bortolozzi (Isabella Bortolozzi, Berlino), Paola Capata (Monitor, Roma), Guido Costa (Guido Costa Projects, Torino), Peter Kilchmann (Peter Kilchmann, Zurigo), Pedro Mendes (Mendes Wood DM, San Paolo), Gregor Podnar (Gregor Podnar, Berlino) e Jocelyn Wolff (Jocelyn Wolff, Parigi).
La Main Section comprende le gallerie già consolidate a livello mondiale, quest’anno ben 133, delle quali più della metà straniere.
New Entries è riservata alle gallerie più giovani, che si sono distinte sulla scena internazionale, con meno di cinque anni di esperienza e per la prima volta ad Artissima. Le gallerie sono 24, di cui 21 straniere. Art Editions, inaugurata nel 2012, ospita 7 gallerie specializzate in edizioni, stampe e multipli.
Conferma per Present Future, la sezione dedicata ai talenti emergenti selezionati e invitati in fiera da un board di giovani curatori internazionali coordinati dal bravo Luigi Fassi. Le opere proposte sono realizzate appositamente per Artissima o comunque sono alla loro prima esposizione in ambito europeo; quest’anno i progetti sono 20, presentati da 19 gallerie straniere ed 1 italiana.
Da non dimenticare il Premio Illy Present Future, abbinato alla sezione e attivo dal 2001 a sostegno dell’artista emergente considerato più meritevole, che dal 2012, in collaborazione con il Castello di Rivoli, offre al vincitore l’opportunità di una mostra personale negli spazi del Museo da inaugurarsi in occasione della successiva edizione della fiera.
Back to the Future, sezione dedicata alla riscoperta di grandi artisti, pionieri dell’arte più contemporanea, “conferma – come sostiene la sua coordinatrice Eva Fabbris – la vocazione di progetto di ricerca presentando quest’anno un focus cronologico molto netto: il decennio 1975-1985, vero e proprio momento creativo di transizione”. Associato a Back to The Future è il Premio Sardi per l’Arte, nato dalla partnership con l’omonima Fondazione, del valore di 5.000 €, assegnato alla galleria con il miglior progetto in termini di rilevanza storica e presentazione dello stand. Tra le sezioni principali ricordiamo ancora Per4m, dedicata alla performance e coordinata dal critico Simone Menegoi. Nell’edizione 2015 propone il lavoro di 12 artisti, rappresentati da 13 gallerie (4 italiane, 9 straniere). A questa sezione è associato il Prix K-Way Per4m, di 10.000 € per il progetto valutato più significativo dal punto di vista performativo.
Ulteriori novità dell’edizione 2015 di quest’anno sono Opium Den, progetto concepito e curato dall’artista e scrittore Maurizio Vetrugno che trasformerà la Vip Lounge in una vera e propria installazione al confine tra opera d’arte e oggetto d’arredo, Ypsilon St’Art Percorsi in Fiera, programma gratuito di visite tematiche tra gli stand, Unicredit Art Advisory, servizio di consulenza indipendente e gratuito e infine il progetto espositivo In Mostra.
In Mostra nasce dall’esigenza di concentrare risorse economiche e attenzione del pubblico prettamente sulla fiera anche come luogo fisico, ospitando la mostra “istituzionale” all’interno del perimetro dell’Oval.
Durante la scorsa edizione la mostra One Torino organizzata a Palazzo Cavour aveva ottenuto una grande risonanza soprattutto grazie alla curatela di Maurizio Cattelan, ma parallelamente attirato qualche critica dagli espositori che vedevano ulteriormente distrarre il pubblico dalla fiera (già affiancata da un numero sempre crescente di fiere e mostre collaterali che costringono gli appassionati del settore a frenetici spostamenti nell’arco di pochi giorni).
Quest’anno sarà compito di Stefano Collicelli Cagol codificare il sistema artistico piemontese con un progetto speciale organizzato su 700 metri quadri di spazio fieristico privo di stand o divisioni strutturali. Il progetto coinvolge 30 artisti da 20 istituzioni pubbliche, dal Castello di Rivoli e Gam alla Pinacoteca Agnelli, dal nuovo Centro Italiano per la Fotografia -di prossima apertura- alla Fondazione Spinola Banna per l’Arte.
Intervistato durante la conferenza stampa, Stefano Collicelli Cagol, curator at Large presso il Trondheim Kunstmuseum (Norvegia), ha anticipato il tema della mostra, intitolato Inclinazioni, concetto con il quale “vuole mettere in discussione la forte linearità del sistema artistico piemontese pensando all’inclinazione in chiave artistica, politica, sessuale”. Per questo tema si è appoggiato al recente testo Inclinazioni, critica alla rettitudine (Raffaello Cortina editore) della filosofa italiana Adriana Cavarero, che si interroga sul significato morale e politico della postura verticale del soggetto e propone di ripensare la soggettività in termini di inclinazione come apertura dell’io egoistico che esce dal proprio asse (una rettitudine fisica morale autoreferenziata) per sporgersi sull’altro in chiave altruistica.
Collicelli Cagol intende applicare tale riflessione alla “città più retta d’Italia” concentrandosi sugli aspetti di conservazione ed educazione a sfondo no profit delle istituzioni e associazioni rappresentate, anche in contrasto al ruolo commerciale della fiera, al cui tuttavia va riconosciuto il merito di costituire un appuntamento di cui tutta la città beneficia per richiamo di pubblico e ricaduta economica tanto che, durante Artissima, nelle parole del quotidiano francese Le Monde, Torino diventa “un gigantesco happening”.
Sara Cosulich Canarutto desidera che alla fiera da lei diretta sia riconosciuto anche un ruolo anticipatore di tendenze:” […] siamo la prima fiera contemporanea ad aver introdotto un focus sulle avanguardie storiche e un palcoscenico dedicato esclusivamente alla performance, a premiare i giovani artisti con una mostra museale, la prima fiera ad aver trasformato le talks in dialoghi itineranti tra gli stand, la prima fiera ad avere una mostra di grandi collezioni istituzionali al suo interno […] siamo orgogliosi di essere la fiera delle prime volte e speriamo di continuare ad aprire nuove strade“.
Cita poi, mostrando agli astanti il cartellone utilizzato per assegnare gli spazi in fiera, un racconto di Georges Perec, tratto da “La vita istruzioni per l’uso”. Racconta l’aneddoto del protagonista Bartlebooth, che spende cinquant’anni della sua vita a imparare l’arte dell’acquerello per dipingere, nei suoi viaggi in giro per il mondo, cinquecento marine dello stesso formato, che ad una ad una vengono incollate e tagliate, da un artigiano specializzato, in un puzzle di settecentocinquanta pezzi. Al suo ritorno a casa ricompone tutti i puzzle per poi inviarli ciascuno nel luogo in cui era stata dipinta ogni marina in modo che si potesse scollare ciascun disegno e immergerlo in una soluzione solvente così da far riemergere il foglio di carta bianco e intatto.
Ogni volta la direttrice di Artissima avverte un senso di vertigine di fronte allo spazio vuoto dell’Oval che grazie al lavoro di un anno viene suddiviso in numerosi piccoli stand e spazi funzionali per poi tornare, dopo soli quattro giorni di fiera, com’era, proprio come il foglio bianco di Bartlebooth. Anche quest’anno le è capitato, chissà il prossimo!
Elena Inchingolo / Paola Stroppiana