Avventure vacanziere

Cominciano  dall’inizio, si è al gate uno in attesa di imbarcarci per le tanto amate vacanze, un succo di frutta nell’attesa darebbe un minimo di refrigerio se non fosse che inserendo le monetine nella macchinetta automatica non danno alcunché, chiami l’omino di turno ovviamente con esiti negativi, e forse da lì avrei dovuto già capire che quel campanellino d’allarme sarebbe stato l’inizio di una saga avventurosa.
Ebbene si quell’aereo avrebbe dovuto partire in orario, vabbè in vacanza i disagi si accettano ma fino a che punto? Quando la partenza era prevista per il pomeriggio e ti ritrovi a partire l’indomani  da un altro aeroporto con spedizione via bus, di sera inoltrata, come fossimo pacchi e atterri a destinazione all’alba con perdita di un giorno di villaggio pagato, le cose cambiano. C’era stato un tentativo di imbarcarci ma l’avaria al pc di bordo ha impedito il decollo.
Tutti imbufaliti per l’accaduto, veniamo a sapere che ben due aerei erano guasti e quindi un altro velivolo disponibile si trovava in un’altra aerostazione, il disagio fisico e psichico era davvero troppo, le consolazioni diciamo non sono mancate, se così possiamo definirle, buono pasto con panino e acqua, se pensate che quel genere alimentare costa intorno ai  5 euro, possiamo essere ben “contenti”, mi chiedo se hanno messo dell’oro dentro o sono firmati da qualche stilista, poi ci hanno dato un panino gratis, diversamente dal rientro, solo degli snack gratuiti con bibita, ma al secondo passaggio di carrello, dovevi sborsare 4 euro per quel panino dell’andata, aggiungiamo che ci hanno sbloccato i codici per vedere la tv,  al ritorno non è stato così. Dovrei essere felice? Eppure mi sento presa in giro.
Comunque, finalmente sbarcati a Sharm, certamente non si pensa a dormire e quindi la spiaggia è d’obbligo anche se le difficoltà di connessione interna erano decisamente rallentate, a questo si aggiunge che le temperature superavano i 40° , solo il rientro in Italia ci ha ridato un po’ di sollievo da una stanchezza mai sopita. Recarsi in agenzie per la pratiche assicurative era il meno che si potesse fare, anche se queste compagnie aeree ovviamente tirano sempre l’acqua al loro mulino e noi cittadini siamo sempre quelli bastonati.