Silvano Bulgari, milanese, figlio d’arte e scultore di fama internazionale, è tra i pochi che ha saputo unire in ricercato sodalizio scultura e arte orafa. Il Dalai Lama, Helmut Kohl, i Kennedy possiedono i suoi lavori, nei quali si ritrova un percorso, una linea storica, che si insegue mentalmente a ritroso, frutto dell’immediatezza del contemporaneo e dell’evocazione del modello rinascimentale, dove la tecnica va in rivalità con l’immaginazione.
Di passaggio per Torino e ospite presso il Golf Club Feudo di Asti, abbiamo approfittato dell’occasione per incontrarlo e farci raccontare del suo lavoro.
Come avviene il passaggio di un’abilità, sin da ragazzo nell’officina-studio di suo padre, al maturare una personale capacità ?
E’ stata una scuola in diretta, io mi divertivo a creare piccoli oggetti come spade, else, particolarmente curate, e a quell’epoca grandi scultori come Romolo Grassi o Francesco Messina passavano per finire o rifinire le loro opere, vedevo le sculture farsi. Grassi mi è stato maestro, mentore ed amico.
Dalla concezione dell’opera alla sua creazione, come procede, esegue tutto da solo o ha del personale che la aiuta?
Tutto parte da una pensiero, magari una storia che ho sentito e voglio raccontare o che mi riguarda; estrapolo un frame, una sintesi, quindi passo al disegno, alla modellazione.
Per molti anni, dalla fonderia, ai calchi, alle dorature facevo tutto, ora meno, perché le opere che devo fare sono molteplici; continuo a fare personalmente la modellazione in cera persa e le patine, che sono una delle componenti più complesse.
Nelle mie opere amo utilizzare la meterorite, ho degli astronomi che me la procurano, toccare un meteorite, per chi ha sensibilità, immaginare che questo oggetto ha fatto il giro delle galassie è sorprendente, non la modifico, la utilizzo come la trovo, ci lavoro intorno.
La storia delle ambizioni umane, delle conquiste, dei generali, delle guerre, svanisce; mentre spesso i gioielli rimangono – la parte sentimentale – commissionati per essere donati, sarà così per noi domani..
Il cavallo di Leonardo, quello voluto dagli Sforza, per esaltare la loro potenza è andato distrutto, qualcosa di piccolo, di prezioso, magari vincerà il tempo. I miei gioielli escono da una concezione temporale, costruisco gioielli-sculture indossabili, miniaturizzo, non con la tecnica della gioielleria ma della scultura.
Nei bronzi patinati di Silvano Bulgari è distinguibile un cesellato allegorismo che contraccambia in storia il significato delle immagini; animate da un’eleganza naturale concepita come segno di elezione spirituale, né veramente classiche né totalmente moderne, sensibili alla luce come al tatto, modellate con un’elasticità che ne fa organismo vivo sono, per gli occhi, l’incanto di una fioritura fuori stagione.