GazzettaTorino si inserisce nel panorama dell’informazione locale per offrire ai lettori un contributo sulla vita della città, intesa già come città metropolitana, quindi dai confini ampi, diffusi, e ramificati nella provincia.
L’intento è quello di provare ad ascoltare il suono della città, le sue voci, il suo cuore.
Appoggeremo l’orecchio sul cuore della città, tenteremo di auscultarla per percepire dal suo battito qualcosa di essenziale, di necessario; un’atmosfera interiore, quel non so che in grado di tenere insieme il tutto.
Una sorta di cardiomanzia, uno stratagemma che unisca la scienza alla divinazione; proveremo a “farci l’orecchio”, cioè a riconoscere i suoni per saper poi discernere gli effetti, le cause, e a combinarli con quel guizzo umorale, intuitivo e mistico dato dalla cartomanzia; per leggere nelle cose, nella pellicola impressionata dalla luce dei giorni.
Con l’ausilio dei migliori difetti uniremo i mondi: l’umana indecifrabile fede assoluta nella scienza come nella pratiche più empiriche, dubbie e approssimative.
Il buon umore impiegato nella cosa ci farà vedere il lato positivo di questa avventura, il suo lato sperimentale.
Come quei teli intrisi di grasso che nelle fabbriche di profumi vengono stesi sopra i fiori recisi perché ne assorbano l’odore, così vorremmo che le nostre pagine assorbano ciò che ci sta intorno, e lo trasudino, lo restituiscano.
Ultimi arrivati, per nescienza ancorati come fanciulli all’età d’oro delle domande, in questo teatro di posa della realtà, dovremo imparare tutto: come impostare la voce, dove guardare, dove mettere i piedi, come interagire, come coinvolgere i lettori nel vivo delle cose udite.