Durante la semifinale di tennis tra l’italiano Jannik Sinner e il norvegese Casper Ruud, sabato 16 novembre 2024, si apriva il “3°Meeting della sartoria torinese Festa delle Caterinette 2024”, due sfide a premio, per conquistare due trofei, nello sport e nella moda.
Per il secondo anno consecutivo, il Responsabile della Comunicazione CNA Torino, Vitaliano Alessio Stefanoni con la Presidente CNA Federmoda di Torino, Mioara Verman hanno riunito, sotto la Cupola Geodetica di Piazza Castello, tanti giovani stilisti e performer multietnici coadiuvati da altrettanti giovani addetti all’organizzazione, agli ospiti in sala, alla sicurezza della manifestazione. Poche parole e tanti outfit mozzafiato durante uno spettacolo fluido di non solo moda ma danza, musica, artigianalità sartoriale e inclusione sociale.
Una prova pratica di partecipazione attiva e di passaggio generazionale di professionisti impegnati a riportare in auge un’antica tradizione piemontese, denominata “Festa delle Caterinette”, in una città sempre più ospitale. Un evento dimostrativo di comunicazione diretta che ha riportato alla ribalta abiti evocativi epoche passate un po’in stile barocco, un po’in stile liberty, un po’in stile diabolico propensi a promuovere l’artigianalità di sartorie e aspiranti couturier degli Istituti di Moda di Torino.
Quando si agisce nella comunione di intenti emergono le qualità nascoste di un’elegante città pedemontana pronta ad accogliere i turisti, non solo presenti per assistere alle ATP Finals. Particolarmente suggestivo il défilé che ha presentato diversi modi di vestire alla moda. I premi messi in palio dagli sponsor Fratelli, Bonfanti e Aurora Penne, storiche aziende della città di Torino e da Maison Daphné di San Remo sono stati assegnati non solo ai candidati che si sono classificati al 1posto, “La Merveilleuse”di Elisa Saponaro, al 2 posto, le Scuole San Carlo, al 3 posto, l’ Istituto Zerboni con Emanuel Novello.
I vincitori si sono distinti per l’originalità, la capacità tecnica sartoriale, la sostenibilità, nel rispetto dell’ambiente e come ha ribadito Paolo Chiavarino, assessore al Commercio e ai Mercati del Comune di Torino consegnando il primo “Premio Ilda Bianciotto – Caterinetta dell’anno 2024” , il successo della serata è passato attraverso le mani artigianali di 24 giovani europei. Per guardare avanti, consolidando i traguardi raggiunti, bisogna saper fare un passo indietro quando, il 25 novembre, nel giorno dedicato alla festività di Santa Caterina d’Alessandria, patrona delle sarte e delle modiste torinesi, era di moda partecipare alla festa delle Cathérinettes un’usanza dedicata all’emancipazione delle donne lavoratrici. In quel tempo, la Regina Margherita di Savoia aveva a cuore le ragazze orfane e abbandonate per le quali, il lavoro a bottega, garantiva loro l’ indipendenza e la sopravvivenza economica.
Lo sviluppo industriale del primo Novecento contribuì alla crescita di un mercato della moda artigianale e le merlettaie, le modiste, le sartine, le guantaie piemontesi vestivano la nobiltà e la ricca borghesia in espansione. Le due guerre mondiali convertirono molte produzioni di abbigliamento per sostenere l’ industria bellica e solo a metà degli anni Cinquanta la piccola Parigi della moda sabauda rinacque con una mostra mercato, il SAMIA, che possiamo annoverare come l’ evento antesignano della MFW di questi anni.
Si chiudeva un’ epoca e si apriva il mondo fieristico della moda pret à porter della distribuzione di massa nei grandi magazzini come la Rinascente. Se vivessimo il presente per quello che ci regala, cercando di difendere il passato che ha visto primeggiare Torino nel 1932, con la nascita dell’ Ente Nazionale della Moda, nel 1934, con la nascita dell’ EIAR, l’Ente italiano di Audizioni Radiofoniche, nel 1954 con la prima televisione italiana e le prime trasmissioni RAI, forse la retorica istituzionale potrebbe cedere il posto all’orgoglio regionale nella sua pluralità d’intenti.
Non è progresso spostare gli obiettivi sempre più avanti, come se non fosse mai abbastanza quello che si fa, piuttosto rivalutare tutta la bellezza che questa città rappresenta. Queste “notti magiche” aspettando un match non possono finire qui. Basta un poco di lungimiranza delle amministrazioni locali e la gratitudine di un fuori classe come Jannik Sinner e magari le ATP Finals 2025 saranno ancora nella nostra amata Torino.
Monica Pontet