Ultimo tango a Parigi, anche al Cinema Massimo il capolavoro restaurato di Bernardo Bertolucci.
Furono 132 minuti trascorsi a Parigi nel 1972 , musicati da Gato Barbieri, fissati su pellicola da un 31enne coraggioso che aveva ingaggiato un attore 49enne che si pensava ormai in ritiro e una giovane bruna dalla bellezza strepitosa, con una parte dei dialoghi usciti dalla penna di Alberto Moravia e la fotografia curata da un vincitore di tre premi Nobel, Vittorio Storaro, a finire sul rogo. Bruciato dalla censura italiana.

Cinema Massimo

Ultimo Tango a Parigi

Il regista, Bernardo Bertolucci subì una sentenza per offesa al pudore, con perdita dei diritti civili per cinque anni. Solo nel 1987 il film fu riabilitato e, superate le accuse di oscenità, venne messa in risalto la drammaticità esistenziale, celata dietro l’erotismo esplicito.
Dopo la presentazione in anteprima mondiale al Bif&stBari International Film Festival, torna al cinema in versione restaurata Ultimo tango a Parigi, in esclusiva al Cinema Massimo nella versione originale, senza tagli, con i sottotitoli in italiano, mai vista prima in Italia.

Cinema Massimo

Maria Schneider

Il capolavoro del maestro Bernardo Bertolucci, che è stato ospite di recente al Museo Nazionale del Cinema nell’ambito della rassegna Un giorno tutto questo. Il cinema del Salone OFF, sarà proiettato in sala il 21, 22 e 23 maggio, alle 16.00, 18.30 e 21.00. Il film  fu candidato a due premi Oscar e Nastro d’Argento per la miglior regia e segnò un’intera generazione, oggi considerato un vero cult.
Alla sua presentazione americana, il 14 ottobre del 1972, il film fu definito da Pauline Kael del New Yorkeruna pietra miliare nella storia del cinema”, ma colpì così profondamente gli spettatori, da generare entusiasmo ma anche sconcerto e accesi dibattiti con furiose polemiche.
Il restauro è stato realizzato da CSC-Cineteca Nazionale in collaborazione con Grimaldi Film Productions e Metro-Goldwyn-Mayer Studios, con la supervisione di Vittorio Storaro (per l’immagine) e di Federico Savina (per il suono) che ha curato la colonna sonora originale in cui Marlon Brando e Maria Schneider, nei loro dialoghi, alternano l’inglese e il francese, dando senso anche ad alcuni giochi di parole.

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Marlon Brando