Un ritorno all’oracolo di Delfi, alla Sibilla Delfica, una ricerca di una Pizia contemporanea in quel tempio non di Apollo ma del Design che è il Circolo del Design di Torino si sta verificando grazie ad una mostra in cui campeggia un “Oracolo infografico”.
Pensato con l’intento di avvicinare il pubblico al linguaggio dell’information design è stato pensato un Oracolo infografico, installato al centro di una sala, invita il pubblico a rispondere alle sue domande. Il rapporto con questo ritorno al passato è legato alle risposte, non solo ne modificano l’aspetto, ma diventano trasposizione visiva dei comportamenti dell’uomo contemporaneo. Attraverso l’atto partecipativo, l’installazione esplicita la riflessione alla base dell’esposizione, l’umanità aumentata dal dato, diventando essa stessa una grande infografica collettiva, capace di raccontarci qualcosa sulle relazioni umane. Incredibile e divertente ricorda la nostra matrice ellenica e il bisogno di un eterno responso spirituale.
La mostra è stata prodotta dal Circolo del Design ed è a cura di Marco Ruffino e Wild Mazzini – data art gallery, con un percorso espositivo sulle ‘forme spezzate’ dell’uomo e della donna contemporanei.
Il Circolo del Design, dopo aver approfondito i temi legati alla tradizione artigiana piemontese con la mostra “Atlante Immateriale”, sposta ora il focus sulla contemporaneità e lo fa esplorando il linguaggio innovativo dell’information design che, attraverso i dati, restituisce in chiave visiva flussi e confini, relazioni e proporzioni legate a informazioni e fenomeni complessi.
Con questo duplice obiettivo di indagare la complessità, da un lato, e di invitare il pubblico a scoprire una nuova forma espressiva e artistica, dall’altro, nasce la mostra collettiva Umanità Aumentata, in esposizione fino al 20 settembre presso i locali di via San Francesco da Paola 17.
La mostra raccoglie opere realizzate da designer e artisti attivi a livello internazionale e dedicate a temi che, a partire da dati e informazioni complesse, restituiscono uno spaccato dell’essere umano contemporaneo. Tra le opere presenti, quelle di Giorgia Lupi, progettista dell’informazione il cui lavoro adotta un approccio umanistico ai dati e recentemente entrata a far parte del team di Pentagram, Valentina D’Efilippo, designer a capo del team creativo di Signal Noise dell’Economist, Mario Klingemann, artista tedesco e residente a Google Arts and Culture, noto per il suo lavoro che coinvolge reti neurali, codice e algoritmi, Adolfo Arranz, uno dei designer di infografica più rispettati al mondo che aiuta a gestire il dipartimento di infografica del South China Morning Post.
Attraverso lavori d’information design – infografiche, visualization, ma anche rielaborazioni fotografiche e sonore – e opere d’arte che attraversano tempo e desideri, relazioni con l’altro, complotti tecno-economici e ancora violenza e sessualità, convivenza e corporeità, la mostra propone un’indagine sull’uomo, la sua condizione e le sue azioni, costantemente messi in discussione dalle stesse informazioni con cui ogni giorno entra in contatto.
In questo quadro, la progettazione dell’informazione mette in luce lo spostamento dei confini della nostra umanità, intesa sia come genere umano sia come caratteristica essenziale degli individui. Così, mentre le tecnologie che abbiamo sviluppato tengono il conto di ogni nostro atto, ci sforziamo di ridisegnare il futuro, in costante mutamento all’aumentare delle prospettive di ciascun individuo.
Pier Sorel
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