Amata, invidiata e copiata in ogni angolo del pianeta, la cucina regionale italiana è, senza ombra di dubbio, uno dei grandi vanti del nostro paese. Da secoli ogni città e sobborgo del bel paese ha costruito le proprie tradizioni gastronomiche, potendo attingere ad un enorme bacino di prodotti unici ed eccellenze locali.
Tra tutte, il Piemonte vanta una cucina regionale unica al mondo, fondata su grandi prodotti derivanti da agricolture e allevamenti di primissimo piano, con radici tanto nella storia contadina quanto in quella della corte sabauda. A Torino la cucina regionale la fa naturalmente da padrona, vero cavallo di battaglia delle tantissime trattorie tradizionali che da decenni, se non da secoli, deliziano i palati dei cittadini con la grande gastronomia piemontese. E non mancano certo i casi di sperimentazione. E così, come si usa dire oggi, le trattorie piemontesi diventano gourmet.
La rivoluzione gastronomica piemontese e della città di Torino parte, come spesso accade, dall’iniziativa di imprenditori illuminati e aziende decise a rilanciare territori e tradizioni. Primo tra tutti Oscar Farinetti, celebre imprenditore di Alba, che proprio nelle Langhe ha dato vita alla nota azienda alimentare Eataly, specializzata nella distribuzione di prodotti italiani di alta qualità.
Nella città di Torino non passa poi inosservato il rilancio del famosissimo Ristorante Del Cambio, vera casa della cucina tradizionale piemontese, ripensato dall’imprenditore Gustavo Denegri e dal nuovo chef Matteo Baronetto, ex vice di Cracco, come centro di sperimentazione per la cucina locale. Sul filone di questa tendenza sono moltissime le trattorie del capoluogo piemontese che cambiano rotta, concentrando la propria attenzione sulla sperimentazione e innovazione, sempre nel rispetto delle tradizioni.
Prodotti locali dunque, come la celebre fassona piemontese, razza bovina eccellenza per le carni locali, i peperoni di Carmagnola, la nocciola tonda gentile, a rivisitare piatti della tradizione locale. Piatti più leggeri ed equilibrati di quelli preparati secondo le ricette tradizionali, rivisitati con fantasia e creatività, per portare nell’epoca contemporanea piatti che da secoli vengono preparati nelle case e nei ristoranti della regione e della città.
Una filosofia, quella delle trattorie gourmet, volta tanto a sperimentare quanto a riadattare piatti pensati secoli fa per stili di vita certamente lontani da quelli dei giorni nostri, dove l’attività fisica occupava buona parte della giornata della maggior parte delle persone, alle più sedentarie giornate odierne. Che un’alimentazione studiata in base al proprio stile di vita e alle proprie esigenze faccia la differenza non è certo una novità. Tantissime le personalità dei giorni nostri diventate portavoce della sana alimentazione e dei vantaggi da essa derivati.
Primo tra tutti l’oncologo Umberto Veronesi, che proprio della diffusione della consapevolezza sull’alimentazione si fece bandiera nella sua lunga carriera. Ma anche personaggi lontani dal mondo della medicina, famosi a livello internazionale come la cantante Beyoncé o nel loro ambiente professionale come la pokerista Katerina Malasidou, hanno raccontato di come il cambio di alimentazione abbia influenzato positivamente la loro quotidianità.
E così la cucina tradizionale piemontese cambia faccia, per adattarsi alle esigenze tipiche dei giorni nostri. E così il tipico vitel tonnè piemontese viene alleggerito della maionese (presente nella salsa tonnata tradizionale) e servito, quasi al sangue, con spicchi di agrumi freschi e sgrassanti. E sotto carpione ci finiscono i fiori di zucchino (invece di trote, cotolette o zucchine) arricchiti da note di menta, mandorla e nocciola. Insomma, quella delle trattorie gourmet piemontesi è la nuova faccia di una delle cucine tradizionali regionali più intriganti della penisola.