Importanti figure del panorama musicale italiano, Damir Ivic e Willie Peyote, giornalista musicale il primo e cantautore rap il secondo, arrivano alle 18.30 di lunedì 4 novembre a Hiroshima Mon Amour per un talk che li vede affrontare due tra i temi importanti della narrativa di strada, il rap, punto di partenza della carriera di entrambi, e il calcio, altra grande passione che li accomuna, sebbene non abbiano mai “giocato” in prima persona con lo sport che tanto amano.

Insieme ci parleranno quindi di musica, rime, calcio, curve, bandiere ma anche di comunità, linguaggi e alfabeti dei ragazzi di oggi e di quelli “per sempre”. Proveranno a esplorare il nuovo mondo dei nuovi italiani e dei ragazzi che vivono nelle nostre periferie per raccoglierne i suoni, le parole, i neologismi, le radici innestando un processo di scambio e conoscenza.

Giornalista musicale che fin dalla fine degli anni ’90 segue attentamente le evoluzioni tanto del pop quanto delle sottoculture musicali più taglienti e contemporanee, e autore del seminale “Storia ragionata dell’hip hop italiano”, Damir Ivic ci regala così una visione interessante del calcio, e soprattutto del tifoso di calcio, affrontando con lucidità tematiche delicate e scomode che riguardano le curve italiane e, in particolare, la curva Sud di Verona. Insieme a lui, il rapper e cantautore Willie Peyote, pseudonimo di Guglielmo Bruno, grande tifoso del Toro, passione che non manca mai di rimarcare anche nelle sue canzoni. Diventato un tifoso granata quando sentì nel dettaglio la storia di Giorgio Ferrini, storico capitano del Toro che non vinse mai un campionato, il Toro è da sempre parte della sua vita e spesso lo usa come metafora per quello che rappresenta ideologicamente e politicamente anche nel rap.

L’evento fa parte di “Rap in the Casbah” 2024” – iniziativa vincitrice dell’Avviso pubblico “Circoscrizioni, che spettacolo … dal Vivo! 2024” della Città di Torino e del Ministero della Cultura – progetto con cui si intende esplorare il nuovo mondo dei nuovi italiani e dei ragazzi che vivono nelle nostre periferie per raccoglierne i suoni, le parole, i neologismi, le radici innestando un processo di scambio e conoscenza.