“Ogni atto di creazione è, prima di tutto, un atto di distruzione”
Le parole di Pablo Picasso sono quelle scelte per raccontare il “Bando Distruzione” della Fondazione Cassa di risparmio di Cuneo che, nelle scorse settimane, ha selezionato gli 11 interventi che saranno finanziati dal bando 2024, per un totale di 294 mila euro.
Interventi di distruzione (appunto), ma anche di valorizzazione artistica o di mitigazione per un bando che, arrivato alla sua sesta edizione, si propone di riportare bellezza in aree degradate o abbandonate della provincia di Cuneo.
Dal 2017, mediante il bando, la Fondazione CRC ha finanziato 66 progetti per un contributo complessivo superiore ai 2 milioni di euro, per un totale di 29 interventi di demolizione di edifici fatiscenti, 19 interventi di riqualificazione e mitigazione e 18 interventi di arte pubblica.
Bando distruzione, ma anche “d’istruzione”, in quanto il progetto si propone come stimolo per interventi che possano riportare un valore estetico ma anche un reale miglioramento della qualità della vita delle comunità, “insegnando” a vedere la realtà da un punto di vista nuovo e a dare la giusta attenzione a interventi spesso non prioritari ma in grado di fare la differenza nelle aree selezionate, molto spesso i piccoli (o piccolissimi) comuni di cui la provincia Granda è ricca.
Veri e propri interventi comunitari in quanto, dopo la presentazione dei progetti da parte delle amministrazioni e degli enti, i cittadini sono chiamati a votare online i preferiti, partecipando attivamente al processo di selezione dei lavori finanziati. Un “televoto” (che dal 2019 ha coinvolto oltre 42 mila utenti e racconto oltre 52 mila preferenze) che non ha precedenti nel mondo delle Fondazioni bancarie e regala la possibilità di un ascolto diretto e autentico da parte dei cittadini sull’interesse di un intervento.
Interventi che hanno come obiettivo principale la bellezza, non la produttività a tutti i costi. Le opere, infatti, non possono prevedere un incremento del consumo del suolo e, in presenza di opere artistiche, devono obbligatoriamente prevedere un curatore per garantire la realizzazione di lavori armoniosi con l’ambiente circostante e rispettosi del contesto in cui vengono inseriti.
I progetti selezionati per il bando 2024.
Per la sesta edizione del Bando distruzione sono stati selezionati sette interventi di riqualificazione, che saranno realizzati dai comuni di Bosia, Feisoglio, La Morra, Levice e dalle Parrocchie Natività di Maria a Morozzo, San Giovanni Battista a Moiola e Santi Pietro e Bartolomeo a Pezzolo Valle Uzzone. Gli interventi saranno incentrati sulla demolizione di fabbricati fatiscenti o la rimozione di vecchi quadri di cabine elettriche e telefoniche.
Gli altri 4 interventi selezionati, invece, saranno realizzati nella zona Unesco in occasione del decimo anniversario del riconoscimento. I comuni interessati saranno quelli di Barbaresco, Barolo, Diano d’Alba e Roddino, con interventi di mitigazione, miglioria e riqualificazione paesaggistica.
Maggiori dettagli sulle opere che saranno realizzate sul sito della Fondazione CRC, che resterà aggiornato anche sull’avanzamento dei lavori.
La distruzione come atto di ricostruzione.
Se per molto tempo la costruzione a tutti i costi è stata promossa – spesso addirittura incentivata – la tendenza che si sta diffondendo è quella del recupero, del miglioramento, della mitigazione. Nei casi di questo bando, addirittura, la distruzione diventa un modo nuovo di vedere l’ambiente, lo spazio comune, le aree ai margini considerate brutte, degradate, non necessarie.
Aree che, grazie agli interventi, vengono riqualificate con operazioni su misura per l’ambente e la comunità, studiate ad hoc con attenzione e tempo. La Fondazione, infatti, non dà indicazioni sulle tempistiche per la realizzazione degli interventi in quanto, molto spesso, opere comunitarie, interventi artistici, riqualificazioni che vadano a cambiare la destinazione d’uso di un’area richiedono tempi più dilatati, ricerche più approfondite, fasi di progettazione studiate in modo nuovo.
Una lentezza che, una volta tanto, diventa un fattore positivo di qualità, eticità, cura e che può portare a risultati di inaspettata bellezza, come la mitigazione del muro di contenimento di Piazza Santissima Annunziata a Guarene, divenuto un’opera d’arte con “I Dormienti” di Hilario Isola o la riqualificazione di alcuni punti panoramici a Perletto, con la demolizione di vecchie strutture danneggiate nel corso dell’alluvione del 1994.
Bellezza che rinasce dalle aree marginalizzate e che ha la possibilità di diventare un nuovo punto di incontro, un nuovo luogo di aggregazione, un punto di riferimento per la comunità o semplicemente un angolo bello di cui poter andare fieri.
La domanda, allora, la facciamo noi a voi: quali delle infinite brutture delle città di Torino o delle zone limitrofe vi piacerebbe distruggere per fare spazio a qualcosa di nuovo?
Alessia Alloesio