Con le feste pasquali nessuno sembra più preoccuparsi del futuro del presidio sanitario del Gradenigo.
Forse l’attenzione tornerà a inizio maggio, quando si entrerà nel vivo della campagna elettorale; ma per ora l’avvenire dell’ospedale sembra non fare più notizia.
Nei mesi scorsi i lavoratori sono scesi in piazza per chiedere a Palazzo Lascaris interventi chiari e concreti per risollevare le sorti economiche di quello che non solo è un importante punto di riferimento per la Circoscrizione 7, ma è anche il terzo polo oncologico del Piemonte. Le difficoltà che hanno portato la Congregazione Figlie della Carità di San Vincenzo alla decisione di vendere la struttura di corso Regina Margherita 8, dopo una gestione che va avanti dal 1926, sono state molte: a cominciare da quelle finanziarie dovute ai pesanti interventi di riduzione del budget da parte della Regione, che si susseguono dal 2011.
La vendita, quindi, è stata formalizzata, così come è stato ufficializzato l’acquirente. Il presidio sanitario passerà all’Humanitas S.p.a, l’Istituto Clinico e centro di ricerca della Regione Lombardia, che, come sottolineato mercoledì 9 aprile davanti ai dipendenti e ai collaboratori del Gradenigo, «si farà carico dei debiti finanziari dell’ospedale, che ammontano a 20 milioni di euro, e investirà 10 milioni di euro in tre anni per lo sviluppo dei servizi e delle tecnologie della struttura».
Il curriculum di Humanitas sembra impeccabile: parte di Techint, gruppo industriale fondato dal 1945 attivo nei settori della siderurgia, dell’energia, delle infrastruttura e dei servizi, è presente oggi a Torino con la Clinica Cellini. Con sedi a Bergamo, Castellana, Catania, propone a Rozzano l’Istituto Clinico Humanitas, uno dei più importanti policlinici europei, centro di ricerca internazionale e polo di insegnamento universitario.
Ottime referenze, però, non bastano per eliminare dubbi e timori. Quale sarà il futuro del personale del Gradenigo? Ci sarà una riduzione dei servizi e delle prestazioni?
Nel 2012 l’Ospedale ha effettuato oltre 10.000 ricoveri e 45.000 passaggi al Pronto Soccorso, così come nel 2013, confermandosi non solo realtà d’eccellenza inserita in un circuito internazionale di alto livello scientifico, ma anche reale e indispensabile servizio per la Città e per la Regione.
Dall’Humanitas assicurano che il presidio sanitario continuerà ad essere presente sul territorio e vicino alla gente, ma nessuna risposta arriva sulle scelte relative ai dipendenti.
Per «la tutela e la salvaguardia del Gradenigo» è nato, su iniziativa del circolo “Makeba” del Pd, un Comitato Spontaneo che si propone di raccogliere le informazioni sull’attività ospedaliera e sulle sue possibili evoluzioni, di portare a conoscenza del territorio gli elementi raccolti e di attivarsi per la ricerca di eventuali soluzioni alternative. «Bisogna far sì che il territorio non perda i servizi prestati dal presidio – spiegano -, che la struttura mantenga gli attuali livelli occupazionali e di professionalità e che la Regione trovi soluzioni normative ed economiche che consentano di mantenere l’attuale standard di servizi sul territorio senza gravare su altri presidi».
«In questa vicenda – dichiara il consigliere regionale del Pd, Nino Boeti – a mancare è stata la Regione, che non ha svolto alcun ruolo. Palazzo Lascaris avrebbe dovuto occuparsene, visto il pubblico servizio che il Gradenigo ha sempre svolto. Ora non rimane che attendere il 25 maggio».