“Un errore di gioventù” (0111 edizioni, 2014) è il penultimo romanzo dell’autrice torinese. Partendo dalla vicenda personale di una coppia in attesa del secondo figlio, attraverso un legame con il passato e la corrispondenza con un detenuto nel braccio della morte, Elena Genero Santoro ci porta a una riflessione più profonda e generale su che cosa sia la giustizia e sul peso del passato.
Sicuramente un’autrice dotata di sensibilità e attenzione, traspone nella narrazione una sua reale esperienza di corrispondenza con detenuti – attraverso la comunità di Sant’Egidio e tutte le sue riflessioni sono basate sulla realtà pur essendo inserite in un contesto che reale non è.
Classe 1975, ingegnere in campo automobilistico – si occupa di conformità del prodotto alle normative europee in ambito ambientale – vive nella nostra città con marito e figli. Ex ginnasta, ama il canto, il teatro e la cucina. Lettrice onnivora, scrive da quando era ragazza, particolarmente interessata ai temi della violenza sulla donna e dell’ingiustizia.
La sua ultima fatica è il romanzo “Gli angeli del bar di fronte” (sempre 0111 edizioni, 2014), storia parallela di due ragazze, Chiara e Paula, che vivono di lavori umili in una Torino autunnale e desolata. Tra di loro una banda di giovani rumeni che frequentano il bar in cui Chiara lavora, mentre Paula – rumena anche lei – lavora in nero come badante. Un episodio drammatico vedrà Chiara protagonista, mentre Paula continuerà a sognare l’amore confidando nella persona sbagliata.
Nell’agosto 2014 è diventata la “madre gestante” nonché editrice no profit della raccolta di racconti Insieme si può – Comitato Mahmud di cui è coautrice, per sostenere la Siria.
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Insomma, un’autrice da scoprire nascosta nelle nostre strade cittadine.
