Fabio Geda è uno degli autori torinesi tra i più conosciuti. Nato nel 1972 e laureato in Scienze della Comunicazione, si è occupato a lungo di disagio minorile lavorando come educatore soprattutto nel quartiere di San Salvario, zona con una lunga storia di immigrazione. Scrittore appassionato fin dalla giovane età, Geda ha utilizzato spesso la sua esperienza di educatore e il contatto personale con persone dalle vite difficili per raccontare le sue storie.
Il suo romanzo d’esordio – “Per il resto del viaggio ho sparato agli indiani” (Instar libri 2007) – è stato selezionato per il Premio Strega e premiato dalla trasmissione radiofonica Fahrenheit come Miglior Esordio 2007, oltre a numerosi altri premi come opera prima. La storia di un ragazzino romeno che cerca suo nonno, attore di strada, girando l’Europa in lungo e in largo è stata tradotta in tre lingue.
Il secondo romanzo, del 2008, sempre pubblicato per Instar libri è “L’esatta sequenza dei gesti” vince il Premio Grinzane Cavour e il Premio dei Lettori di Lucca. Ambientato in una comunità alloggio narra di due adolescenti ospiti della comunità e due educatori sempre alle prese con il dubbio riguardo al senso della loro professione.
È con “Nel mare ci sono i coccodrilli” pubblicato da Baldini & Castoldi nel 2010 che Fabio Geda ottiene il maggior successo fino a oggi. La storia dolorosa e intensa di Enaiatollah Akbari, fuggito ancora bambino dall’Afghanistan per arrivare fino a Torino e ottenere l’asilo politico viene tradotta in più di 30 paesi. Sempre per Baldini & Castoldi, nel 2011 pubblica “L’estate alla fine del secolo”.
Oltre a scrivere romanzi,collabora con quotidiani e settimanali, con la Scuola Holden e con il Salone Internazionale del Libro per cui è promotore fin dall’inizio del progetto “Adotta uno scrittore”, che avvicina gli autori agli studenti delle scuole medie piemontesi e del carcere minorile Ferrante Aporti.
Anche lui in attesa di conoscere gli sviluppi del mondo dell’editoria in questo momento di transizione non guarda all’e-book come al nemico e nemmeno al self publishing, ritiene la narrativa italiana variegata e piena di autori interessanti e appare come un uomo appassionato di storie. Non di generi o di ingredienti particolari anche quando scrive le sue, di pagine, a essere importante è proprio solo la storia da narrare.
Come nel suo ultimo lavoro “Se la vita che salvi è la tua” (Einaudi Stile Libero 2014), che presenterà mercoledì 18 Giugno alle 21 tra gli scaffali della libreria Trebisonda in Via S. Anselmo 22.
Andrea Luna ha trentasette anni, fa l’insegnante, ma non ha una cattedra fissa. Quello che doveva essere un breve soggiorno newyorkese, una vacanza solitaria voluta per riprendere fiato e soffocare le braci di una crisi coniugale, si trasforma in una peregrinazione nelle miserie dell’umanità e nella sua infinita ricchezza, in un viaggio che lo trascina ai margini della società e che gli regala incontri memorabili, soprattutto quello con la famiglia Patterson: Ary, la madre, e i suoi due figli gemelli di tredici anni, Benjamin e Allison. Quando, all’improvviso, Andrea decide di tornare a casa dalla moglie, quello che ha lasciato non esiste più. E allora capisce che «casa» è altrove. Per raggiungerla sarà disposto a tutto, anche ad affidarsi a un pollero, un trafficante d’uomini.
A chiacchierare con l’autore, Andrea Gerbaudo. Fabio e Andrea sono amici e sarà bello ascoltarli raccontare la storia di questo bel romanzo, dei suoi personaggi e della sua scrittura in un modo intimo e divertente. Una dimensione che solo la piccola libreria consente.
«I miei figli faranno quello che potranno, quello che la vita gli offrirà. Ciò che posso mostrargli è come. Come fare le cose, come alzarsi e andare incontro al giorno che ogni mattina Dio ci srotola di fronte quando il primo sole illumina i tetti delle case, di chiunque siano quelle case. Non ho molta fiducia nelle parole, signore. L’esempio, quello sì».
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