Camera, Centro Italiano per la Fotografia, presenta due imperdibili occasioni per gli appassionati di fotografia.
Da un lato fotografie inedite, chiuse nel buio silenzioso di un cassettone per decenni, esposte da giovedì 20 maggio a domenica 23 alla mostra in Project Room Roberto Gabetti fotografo. Dall’altro Camera apre il bando Sguardi Plurali, offrendo la possibilità a giovani con un retroterra migrante di raccontare attraverso la fotografia la storia della propria vita o della loro famiglia.
Roberto Gabetti è stato un architetto precoce e innovativo, professore ordinario di Progettazione architettonica, accademico di S. Luca, autore di saggi su Antonelli, Schellino e Le Corbusier. Assieme al collega Aimaro Isola, ha segnato l’inizio dello stile Neo- Liberty con la realizzazione dell’edificio Bottega di Erasmo (1953-57).
E’ un discorso sull’architettura quello nelle foto in b/n di Roberto Gabetti
Per vent’anni, dal 1946 al 1967, Gabetti ha tenuto un ‘diario’ fotografico dei suoi viaggi e progetti: centinaia di rullini, oltre cinquemila scatti, rimasti nascosti in un cassettone nel suo studio che, grazie a questa mostra, vengono per la prima volta presentati al pubblico.
Un’occasione per guardare attraverso i suoi occhi il suo gusto per la linea, la forma, il dettaglio, l’armonia, i curiosi accostamenti. Un occhio particolare, il suo, che si esprime soprattutto negli scatti di strada, nei quali uomini, donne e bambini occupano teatrini urbani, suggerendo un nuovo statuto per la fotografia di architettura, con istantanee come fotogrammi di film. Si ritrova una memoria storica urbanistica, di luoghi oggi appena riconoscibili, trasformati dal tempo, dalle destinazioni o dall’incuria. Esempio di colpevole incuria la Borsa Valori di Mollino qui rappresentata durante il periodo di attività.
La mostra, curata da Sisto Giriodi insieme a Daniele Regis e Pierangelo Cavanna, vede l’esposizione di 100 fotografie inedite, selezionate tra le 500 immagini del libro Roberto Gabetti architetto e fotografo (edito da Lindau) con testi di Sisto Giriodi e Daniele Regis.
Scrive in catalogo, a illuminare il lavoro di Gabetti, Daniele Regis, Un taglio, quello della «fotografia come conoscenza», che apre alla critica dell’architettura, agli esegeti dell’opera di Roberto Gabetti, un mondo nuovo, che conferma gli esiti (opere e scritti) come frutto di un lungo lavoro di ricerca attraverso le immagini dal vero, che illumina opere, intuizioni e letture e scritti. È forse la chiave che dà il senso profondo a questo intenso lavoro e che segna alla fine l’originalità di una continua ricerca fotografica rispetto anche al quadro tra fotografia umanista e al realismo poetico, in cui l’uomo le persone, i bambini, i sorrisi, le biciclette, le famiglie, gli amanti, i contesti, i paesaggi, le ombre, la natura… entrano come elementi di un discorso sull’architettura che apre fin dall’inizio nuove strade, fuori dalle mode, alle radici di una contemporaneità in cui contano, e molto, i luoghi definiti con la geometria della storia, le memorie, la bellezza antica, aulica come rurale.
Seconde generazioni, migrazioni, pluralità culturale e sociale sono invece i temi al centro del concorso fotografico SGUARDI PLURALI, promosso da FIERI – Forum Internazionale ed Europeo di Ricerche sull’Immigrazione insieme alla Società Umanitaria di Carbonia e in collaborazione con CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia.
Lo scopo del concorso è quello di creare una narrazione fotografica in cui chi racconta è coinvolto a livello personale e famigliare in una situazione di migrazione. Per questo il bando è rivolto ad autrici e autori con età inferiore ai 35 anni, nati all’estero e immigrati in Italia o nati in Italia da almeno un genitore di origine straniera. Il termine ultimo per presentare i propri scatti è fissato all’11 luglio 2021.
Gli scatti selezionati saranno esposte in una mostra itinerante che avrà come prima tappa Carbonia ad ottobre nell’ambito della manifestazione How to film the world, rassegna legata al Carbonia Film Festival. A Carbonia saranno inoltre annunciate le opere vincitrici scelte da una giuria composta da: Pietro Cingolani (antropologo, Università di Bologna e FIERI), Monica Poggi (curatrice di CAMERA, Torino), Annalisa Frisina (sociologa visuale, Università di Padova), Mariagiulia Grassilli (antropologa, Università di Bologna e direttrice del Festival Human Rights Nights), Délio Jasse (fotografo e videoartista), Suranga Deshapriya Katugampala (fotografo e videoartista) e Andrea Tinterri (Curatore e critico d’arte contemporanea per la Società Umanitaria). La mostra sarà successivamente esposta a Bologna (autunno 2021), Torino (inverno 2021), Milano (primavera 2022).
Clelia Russo