Musei e giardini. Giardini e musei. Come una citazione di quella meraviglia che sono i Giardini Vaticani, alcuni musei torinesi hanno deciso che si poteva inserire un elemento naturale nella struttura.
Ha dato il via la Pinacoteca Agnelli, coprendo la famosa pista di prova delle automobili con il giardino pensile più alto d’Europa. Settemila metri quadrati lineari che ospitano più di 40 mila piante di trecento specie diverse.
Il seme, l’idea, di ospitare un giardino, è cresciuto e ha trovato terreno fertile nel Palazzo dell’Accademia delle Scienze, sede del Museo Egizio. Inserito all’interno della corte barocca ora c’è un nuovo spazio verde. “Cortile Aperto: Flora dell’antico Egitto”.
Un omaggio alla civiltà dell’antico Egitto, che fu tra le prime a sviluppare una cultura del giardino e a conferire significati simbolici a piante e fiori, come testimoniano le raffigurazioni di giardini rivenute nelle tombe dell’alta società egizia. Qui trova casa il loto azzurro, con i suoi fiori che si schiudono all’alba per poi richiudersi al tramonto, simbolo di rinascita e rigenerazione e non può mancare il papiro, che originariamente cresceva in fitte paludi lungo il Nilo o lungo il suo delta ed era la pianta araldica del Basso Egitto.
Il progetto è il primo passo di un percorso di trasformazione dell’Egizio, costituito da cinque progetti di ricerca, alta tecnologia e restituzione alla Città. Il Museo, infatti, in vista delle celebrazioni del bicentenario nel 2024, cambierà volto a partire dalla corte interna del seicentesco palazzo del Collegio dei Nobili, che verrà coperta da una cupola in acciaio e vetro, che dicono si ispirerà a quella che copre il British Museum, al di sotto della quale ci sarà un giardino egizio permanente, di cui ora viene inaugurata una prima parte.
Se l’idea e il desiderio di accoglienza e rappresentazione di quello che poteva essere un giardino del Nuovo Regno (1539-1076 a.C.) è delicata e affascinante la realizzazione, ad oggi, lascia qualche perplessità.
Sarà per le enormi vasche marroni che contengono terreno e piante, vasche che paiono arrivare da qualche vivaio più che modesto. Sarà per il languore della collocazione a quadrato, con percorso interno obbligato, con panchinette a listelli messe qua e là, o forse solo il senso di profonda nostalgia che il tentativo di fare un giardino artificiale, costretto in vasca, inevitabilmente induce.
Come giungesse l’eco di altri, antichi giardini di cui vi è memoria o reminiscenza. Che sia il ricordo della giusta dimora dell’uomo sulla terra, il paradiso. L’eden, il luogo dove tutto è giardino, da sempre paradigma della felicità e da cui siamo stati scacciati. Egualmente allontanato il vuoto segreto, silenzioso, meditativo, della corte interna.
Horror vacui da bicentenario? Possibile. Le doverose celebrazioni chiedono e spesso obbligano a novità, capacità d’attrazione e un ponderato marketing. Va detto che il progetto non è concluso, solo una parte della corte è stata allestita e probabilmente, quando sarà completato la possibilità di osservare piante e fiori millenari offrirà alla vista una diversa scena.
Il museo è la più preziosa gemma egizia incastonata in Europa e saprà far brillare i suoi due secoli di vita.
A partire dal 30 giugno e per tutto il mese di luglio, dal giovedì al sabato dalle 22 alle 24, il giardino si animerà grazie ad uno spettacolo di videomapping, a ingresso gratuito fino ad esaurimento posti. Ogni sabato sera di luglio e agosto al Museo è prevista l’apertura straordinaria fino alle 22, con ingresso a tariffa unica a 5 euro, a partire dalle 18.