Domenica 13 ottobre si è tenuto, a Villa della Regina, l’evento benefico “Il coraggio di”, organizzato da Caffè Vergnano nell’ambito di “Women in Coffee” a favore di Adisco, l’Associazione Donatrici Italiane Sangue Cordone Ombelicale: Women in Coffee è il progetto di sostenibilità sociale firmato Carolina Vergnano, impegnato nella valorizzazione del ruolo delle donne produttrici di caffè nelle piantagioni, con l’obiettivo per queste di raggiungere l’indipendenza e la stabilità economiche.
La maestosa dimora collinare affacciata sulla città ha visto scorrere un pomeriggio ricco di attività: da mezzogiorno alle 18.30 si sono tenuti yoga, “Un caffè con..”Annalisa Monfreda, Romana Maggiora Vergano, Nicole Rossi, Cristina Parodi, Federica Pellegrini e Maria Carmela Ostillio, Latte Art e Mixology, Group Coaching…
La giornalista e “Food Editor” del Corriere della Sera Angela Frenda ha presentato in anteprima il suo ultimo libro, con la partecipazione di Carolina Vergnano: “Una torta per dirti addio – vita e ricette di Nora Ephron”, biografia della celebre sceneggiatrice e regista statunitense, autrice tra gli altri di “Harry ti presento Sally”, “Silkwood” e “Heartburn”, scomparsa nel 2012 per leucemia.
L’intervento di Frenda, accolto da un pubblico nutrito e raccolto nell’Esedra, il retro della Villa, ha messo in luce in meno di un’ora più aspetti fondamentali dell’universo sfaccettato che chiamiamo “condizione femminile” dei giorni nostri -e non solo-, in particolare quelli che possono risultare più spinosi a menti e sensibilità con un occhio rivolto più al passato che al futuro: com’è possibile che una donna di successo e in carriera, “realizzata”, ami comunque stare tra pentole e mestoli? Peggio ancora, può davvero una donna, in una società “liberata” come la nostra, permettersi di rifiutare il successo per dedicarsi ad una vita di semplici impasti tra le mura di casa? E dato che già si sta parlando di “cose importanti”, una donna che si sposa più volte, e divorzia più volte…cosa ne pensiamo?
Il punto di vista di Frenda, originale, vaglia la vita della sceneggiatrice sotto la curiosa lente della cucina e delle ricette, forte passione condivisa da entrambe. Ciò che emerge dalla presentazione è un ritratto complesso, di una donna divisa tra mille impegni, amori, amicizie, famiglia e tanta cucina, e man mano che si ascolta dipanarsi lo scorrere della sua vita, ci si sente incorrere in un sentimento tremendamente familiare: l’empatia.
Pochi e poche di noi possono dire di essere stati professionisti americani dalle vita di successo, ecco perchè l’empatia è rivolta alla parte più intima del racconto di Frenda, il suo è il racconto di una donna che ha vissuto gioie e problemi quotidiani che ogni donna può vivere, e si conclude con una riflessione dell’autrice che affronta i taciti quesiti iniziali: non solo parte della grande ricchezza lasciata da Nora Ephron risiede nel suo grande amore per la vita e per l’amore stesso, anzi gli amori, ma nella consapevolezza che oggi si possa e si debba avere la libertà di inseguire ambizioni e realizzazioni, a prescindere che questo comporti essere “donna in carriera” o dedicarsi completamente a casa e famiglia.
La parola chiave è “scelta”, scelta di autodeterminarsi, di porsi autonomamente obiettivi e desideri, differenti gli uni dagli altri: spunto di riflessione, questo, che ha caratterizzato anche l’intervento successivo, un panel di confronto tra la campionessa olimpionica di nuoto Federica Pellegrini, volto e madrina di “Women in Coffee”, Benedetta Pilato e Carolina Vergnano, insieme alla stessa Frenda.
“Il coraggio di”, tema portante dell’intera giornata di appuntamenti, ha avuto qui il suo culmine con il racconto delle due grandi sportive e dell’imprenditrice sul significato, o meglio, i significati del coraggio: il coraggio di tuffarsi, il coraggio di rispondere ad un messaggio cattivo sui social, il coraggio di diventare madri.
Diventa evidente come il coraggio non sia quindi singolare, ma plurale, nelle molteplici accezioni che ognuno ed ognuna ne possa, e voglia, dare. Nelle parole di quattro donne che chiacchierano fra di loro, diverse per storia personale, età, carriere e passioni, si riconosce un fil rouge che accomuna, ancora una volta, l’esperienza femminile universale: il giudizio comune, e le aspettative sociali, che ricadono su spalle di donne ormai, passo dopo passo, non così timorose di rinnegarli; una distribuzione di potere e dirigenza in alcuni ambienti, ad esempio quelli del nuoto professionistico internazionale, ancora fortemente a favore maschile; la paura che gli uomini possono ancora provare, ancora oggi, nonostante tanti piccoli passi in avanti nella consapevolezza dei ruoli di genere, ad ammettere che le donne potenti e ricche di successo ci sono, ci saranno e saranno sempre di più.L’appuntamento si è concluso con la condivisione tra le protagoniste dei propri “desideri”, tra cui quello di Frenda, che ha lasciato un ulteriore spunto di riflessione, desiderando per l’appunto un “mondo in cui non sia più necessario fare panel sulle donne”. Panel che sono quanto mai importanti e preziosi per sensibilizzare sui temi dell’empowerment femminile, e che però confermano la preoccupazione della giornalista: fintanto che sarà necessario raccogliere persone insieme ad ascoltare cosa significhi, in tutte le sue infinite sfaccettature, essere donna, non si potrà cantare vittoria per una società finalmente, e questa volta veramente, liberata.
Beatrice Scavino