Perché un uomo decide di spendere la propria esistenza per realizzare un sogno? Perché marciare senza mai arrivare e arrivare per poi ripartire? Perché parlare di un paese ricco – anzi tanto ricco! – annientato dalla ingordigia delle società multinazionali e dalle guerriglie locali?
Perché John Mpaliza non poteva più stare zitto e perché è un uomo che crede nel valore della pace. Si può sperare in un cambiamento? Si può migliorare uno status quo che impoverisce civilmente l’uomo e la società?
Sì può dare un futuro ad un paese– il Congo – dilaniato da una guerra senza fine, inumana e silenziosa? John Mpaliza è fiducioso e non demorde. Un passo guadagnato è una piccola vittoria e ogni singola voce può essere importante per arrivare lontano.
Una marcia per la rinascita, dunque, di tutti i popoli oppressi dai sistemi politici ed economici, che annientano le civiltà e le dignità dell’essere umano. John Mpaliza ci crede e percorre le strade di tutta Europa per incontrare giovani e adulti, per risvegliare quella coscienza sopita di giustizia sociale, doverosa e necessaria per proteggere il bene dell’uomo.
Gli studenti dell’I.I.S. Ettore Majorana di Moncalieri, sezione Tecnico-Economica lo hanno incontrato. E non è stato un incontro che passa in sordina. Attenti ed interessati hanno ascoltato la sua storia, conosciuto le sue battaglie, condiviso le sue paure e le sue speranze.
Ingegnere informatico di 49 anni John Mpaliza è nato a Bukavu nella Repubblica Democratica del Congo. Cittadino italiano a tutti gli effetti ha lavorato come programmatore informatico presso il Comune di Reggio Emilia. Circa sette anni fa ha deciso di lasciare tutto e di dedicarsi pienamente alla causa del suo popolo. Gira a piedi per l’Europa per parlare dell’oppressione della sue gente.
Il suo intento? Sensibilizzare persone ed istituzioni sulla reale situazione di sfruttamento del popolo congolese, promuovere una’economica più responsabile e presentare una petizione al Parlamento Europeo di Bruxelles sulla tracciabilità del cobalto e del coltan e sulla necessità impellente di far cessare un genocidio che sta distruggendo un’intera nazione. Perché? Perché il Congo è un paese ricco di risorse minerarie e soprattutto di coltan, un materiale strategico per l’economia mondiale. Il coltan ottimizza le prestazioni dei circuiti elettrici presenti nei chip di cellulari, tablet, pc, consolle, airbag, fibre ottiche, attrezzature chirurgiche, macchine fotografiche, laptop.
Tutti i moderni apparecchi dell’hi-tech. Ma per estrarlo vengono schiavizzati – anche da gruppi mercenari locali – civili innocenti, soprattutto donne e bambini. Scavano a mani nude, per ore ed ore, alla ricerca di questo materiale fortemente radioattivo che a lungo andare provoca la morte.
Il Congo possiede circa l’80% delle riserve mondiali di coltan e tutte le grandi multinazionali sono interessate ad estrarlo, a qualunque costo. A discapito del popolo congolese, sfruttato e condannato anche dall’inerzia del governo locale.
John Mpaliza marcia anche per informare soprattutto i giovani sull’utilizzo improprio dei mezzi elettronici. Agli studenti ha ribadito l’importanza della riparabilità e del riciclo, della spesa intelligente, del giusto valore da dare alle cose materiali. E’ bene pensare alle persone che partecipano per costruire il nostro benessere. Un piccolo passo, quello di ognuno, che se ben fatto può salvare molte vite umane.
Maria Giovanna Iannizzi