Il “Paradiso” inteso in un’accezione laica e spirituale – ma non religiosa – come una dimensione di benessere che riguarda la qualità della vita e la costruzione condivisa di un futuro migliore: questo il fil rouge che contraddistinguerà i dodici spettacoli del festival teatrale “Il sacro attraverso l’ordinario”, giunto quest’anno alla sua XXIV edizione, che si svolgerà in otto comuni tra il Piemonte (Pinerolo, Torino, Ivrea, Orbassano, Cumiana, Almese, Chivasso) e la Valle d’Aosta (Donnas). Tra gli ospiti e gli spettacoli più attesi si annoverano: Simone Cristicchi con Il secondo figlio di Dio; il musicista indiano Vishwa Mohan Bhatt; e le prime assolute Uova toste e A noi vivi! Il Paradiso.
La rassegna è stata ideata dall’associazione Il mutamento zona Castalia con Pop Economix e Mulino ad Arte ed è diretta dal regista e drammaturgo Giordano Vincenzo Amato. Essa propone non solo teatro e musica, ma anche percorsi tra boschi e parchi e workshop dedicati ai bambini e alle famiglie, il tutto con il contributo di Regione Piemonte, Città di Torino, Circoscrizione 7, MiBACT e Fondazione CRT.
Ma qual è il rapporto che intercorre tra il sacro e il teatro? “Il sacro”, spiega il direttore artistico Amato, “è inteso in un’accezione laica: bisogna rendere sacre le situazioni ordinarie, e l’arte può essere uno di questi strumenti, per acuire la qualità della vita e renderla meno meccanica”.
“Il sottotitolo del festival”, continua, “è, infatti, come da due anni a questa parte, Alla ricerca della felicità: il tema del “paradiso” conclude il triennio, dedicato all’idea della crisi, sia economica sia esistenziale. Dopo l’esplosione di quest’ultima, il festival, che ha sempre avuto una valenza spirituale, è approdato a temi e a valori più terreni, soprattutto a quelli propri dell’economia civile. Siamo, quindi, partiti dall’inferno, la situazione più nera, per passare attraverso il purgatorio e giungere, quest’anno, al paradiso, con la speranza di vedere un po’ di luce, che porti alla costruzione di una visione migliore, la quale ci possa aiutare a far riemergere il nostro spirito bambino”.
A noi vivi! Il paradiso, lo spettacolo curato personalmente da Amato in sinergia con il Progetto Cantoregi, si pone, allora, come emblema di questa ricerca, dal momento che evoca, appunto, la possibilità di un paradiso, una dimensione futura di benessere. “È uno spettacolo non per i bambini ma con i bambini”, precisa il direttore, “che in ogni recita sono diversi, perché sono quelli residenti nei luoghi in cui essa viene messa in scena, e sono i protagonisti veri e propri dello spettacolo, insieme all’attrice e ai due acrobati. La rappresentazione rivisita e riadatta un mito australiano e una storia, proveniente dalla cultura orale Sufi e tramandata in Burkina Faso (Uccelli bianchi e uccelli neri), entrambi di impronta tradizionale”.
Particolare, infine, anche la scelta della locandina, realizzata dallo studio Bellissimo and the beast, curatore dell’immagine del festival degli ultimi anni: “I corpi mostrano un’interiorità e si trovano dentro a una croce. È un’immagine anche ironica, perché le figure sono in qualche modo storiche: si ricrea un contrasto tra modernità e tradizione, tema da sempre centrale nel festival, che ogni anno cerca di curare temi più tradizionali coniugati ad altri d’avanguardia”.
Roberta Scalise
Per il programma completo www.isaofestival.it.