Il Piemonte, luogo di riconosciute qualità gastronomiche e di alcuni tra i più importanti brand alimentari del Paese, potrebbe diventare Capitale Mondiale del Cibo.
Questa è la sfida lanciata dal Comitato Promotore Torino-Piemonte world food capital che mira a trasformare la regione in una vera e propria food valley, ovvero “un luogo capace di raccogliere investimenti, trattenere i giovani, attrarre viaggiatori, richiamare lavoratori e nuovi cittadini” come afferma il Presidente Federico Francesco Ferrero.
Tra gli obiettivi del progetto c’è l’idea di creare nuove opportunità di investimento per le aziende, sostenere l’imprenditoria giovanile in campo agricolo e alimentare con talenti provenienti sia dall’Italia sia dall’estero, garantire la salvaguardia della biodiversità agricola e delle eccellenze artigianali alimentari.
Stessa attenzione sarà destinata anche alla ricerca, all’applicazione di conoscenza alle imprese del cibo e la protezione dell’ambiente, con l’intento di ridurre il consumo di risorse e promuovere pratiche di produzione e consumo più consapevoli secondo gli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda2030 delle Nazioni Unite.
Il Comitato Promotore di Torino-Piemonte World Food Capital ha lanciato a una petizione su change.org, attiva fino al 30 aprile, con la quale intende, con inedito spirito commerciale dotato d’astuzia e previsione, chiedere alle istituzioni locali e nazionali di destinare almeno il 10% dei fondi europei assegnati alla Regione Piemonte – Recovery Fund, PSR-programma settennale di sviluppo rurale, PNRR-piano nazionale ripresa e resilienza, programmi europei React e Next Generation Eu- al finanziamento del progetto.
Quest’ultimo sarà comunque sostenuto da donazioni effettuate da tutti i soggetti interessati, in particolare aziende e attori del mondo food coinvolti direttamente nell’iniziativa, e da ogni singolo cittadino che voglia contribuire.
In Piemonte l’economia del cibo genera ogni anno 8 miliardi di euro. Sono coinvolte 50.600 aziende agricole che coltivano 900.000 ettari- di cui 49.000 a biologico- e quasi 4.390 imprese. Complessivamente il comparto food piemontese impiega 242.000 addetti. La formazione in quest’ambito può contare su 55 istituti professionali e alberghieri, 30 corsi di laurea, 3 di dottorato e 5 master dedicati a questo mondo, capaci di produrre più di 5.500 pubblicazioni scientifiche internazionali. In questa regione sono state fondate la prima Università di Scienze Gastronomiche al mondo e il Salone del Gusto, sono ospitate 345 fiere del cibo, di cui 8 internazionali, e 6 musei tematici.
La roadmap del progetto prevede una prima fase di mappatura di queste realtà focalizzata su 8 ambiti (formazione e ricerca, cultura, industria, agricoltura, artigianato, ristorazione, commercio e ospitalità). Successivamente si procederà con l’aggregazione di rappresentanti di tutte le varie spinte che riguardano il cibo piemontese e la progettazione di una visione a lungo termine.
Seguirà poi la certificazione delle realtà e dei prodotti che seguono le linee guida del progetto World Food Capital e che sono quindi meritevoli di essere inserite tra le eccellenze. Infine si procederà con la promozione dell’iniziativa e la pubblicizzazione dell’auto-candidatura del Piemonte come Capitale Mondiale del Cibo.
A farsi portavoce del progetto c’è Marta Bassino vincitrice della coppa del mondo di slalom gigante e campionessa mondiale nello slalom parallelo 2021, che si dice entusiasta del progetto. “Come Ambasciatrice di Torino-Piemonte World Food Capital spero di infondere in tutti i piemontesi la fiducia che, con la determinazione, nessun traguardo è troppo ambizioso, neppure quello di diventare la Capitale Mondiale del Cibo».
Clelia Russo