Giovedì scorso al Teatro Carignano di Torino si è inaugurata la mostra fotografica di Paolo Mussat Sartor (Torino, 1947) e Tiziano Rossano Mainieri (Bologna, 1982), vincitore del Concorso Nazionale Agarttha Arte Giovani Artisti 2016. Sono anche rimaste esposte le fotografie dello scorso anno di Pino Musi (Salerno, 1958) e Daniele Marzorati (Cantù, 1988), vincitore del Concorso Nazionale Agarttha Arte Giovani Artisti 2015.
La mostra è organizzata da Agarttha Arte e curata da Adele Re Rebaudengo. L’associazione Agarttha Arte è stata costituita nel 1997 e la direzione artistica è di Adele Re Rebaudengo e Jean-Luc Monterosso, cofondatore e direttore della Maison Européenne de la Photographie di Parigi (MEP). Questo progetto di Agarttha Arte è sostenuto da Regione Piemonte, Compagnia di San Paolo, Fondazione CRT e il Crédit Agricole Cariparma.
Il Teatro Stabile di Torino e Agarttha Arte collaborarono già con successo per la realizzazione del libro “Teatro Carignano. Dalle origini al restauro” (2009). Quell’edizione si avvalse dell’opera di Gabriele Basilico che esplorò e testimoniò il processo di trasformazione del teatro. Il libro fu coedito da Agarttha Arte e Contrasto.
Questa è in sintesi la messa in scena di un mondo che per tramite del fotografico intesse le proprie esclusive relazioni. Sarebbe forse interessante sapere quanto denaro pubblico costa al contribuente la compagnia di giro. Ma forse anche no. In fondo, sono informazioni ineleganti e fuori tono. L’importante è che tutto si svolga con decoro e rispetto. Noblesse oblige. Che poi sulle pareti ci sia una certa fotografia nascosta da vetri non antiriflesso – ché quelli lì son troppo costosi anche per simili consessi – o un’altra, poco importa. Il pubblico del teatro non applaudirà comunque, e forse sottovoce malignerà dell’uno o dell’altro fotografo, ma lo spettacolo sarà assicurato. Si saran fatte cose e visto gente.
Per fortuna, a pochi metri da lì Franco Noero propone ancora per poco più di un mese una selezione di opere di Robert Mapplethorpe, sì quello meglio conosciuto per via delle sue preferenze sessuali. Grazie al cielo, qualsiasi fossero le sue frequentazioni fu innanzitutto un fotografo strepitoso. Di quelli che davvero si fan perdonare tutto con le eccellenze che sanno donare al mondo. Anche Gabriele Basilico era di quella grandezza lì. Mica bastano le relazioni e le “introduzioni nei giri che contano” a farti grande, quello lo sei prima o non lo sarai mai.
Fulvio Bortolozzo