Prendere il toro per le corna, e bere, a Torino è sinonimo di torèt, la fontanella simbolo della città.
La leggenda vuole che l’acqua che li alimenta provenga dall’acquedotto di Pian della Mussa: essendo connesse alla rete ordinaria dell’acquedotto civico, le fontanelle verdi erogano, in realtà, comune acqua del rubinetto.
Alcuni episodi negli anni hanno fatto comprendere all’amministrazione pubblica come la cittadinanza consideri i torèt alla stregua di un oggetto intoccabile ormai simbolo inconfutabile della città.
La proposta di farli ridipingere da alcuni artisti di rilievo, alterandone il colore tradizionale, ha suscitato un vespaio di polemiche ed è stata respinta al mittente anche da alcuni degli stessi artisti coinvolti, come nel caso di Ugo Nespolo e di Luigi Mainolfi.
Successivamente, l’annuncio che nelle piazze auliche del centro storico i torèt tradizionali sarebbero stati sostituiti da un nuovo modello stilizzato in pietra si e’ concluso in una bufera di critiche.
Oggi il torèt rischia ancora, non ci sono più ordini per la fabbrica pinerolese che per quasi cinquant’anni ha prodotto la caratteristica fontanella.
La Fonderia Pinerolese, uno degli ultimi stabilimenti che fonde ghisa in provincia di Torino, e che non solo ha fornito le caratteristiche fontanelle, ma anche i basamenti dei lampioni come quelli di Piazza Vittorio, purtroppo da anni non riceve più ordini di torèt se non per stampare e sostituire qualche testa di toro rubata o rovinata. Ciò è dovuto dal fatto che molte fontanelle sono state tolte o sono andate in disuso e non più sostituite.
Ma i torèt sono un simbolo di Torino, ormai compaiono a fianco della Mole Antonelliana e dei gianduiotti nella gamma dei gadget studiati dal Comune di Torino per promuove la città.
Diverse iniziative sono nate per non farli cadere nell’oblio come il progetto “I love Toret” nato per salvare i torèt e valorizzarli in quanto bene del Comune torinese. “I love toret” si propone di costruire attraverso eventi, iniziative e merchandising una coscienza comune che porti al rispetto, alla preservazione e alla valorizzazione di un’icona riconosciuta anche al di fuori dei confini cittadini. L’associazione raccoglie fondi da destinare alla tutela e promozione dei torèt attraverso il sistema di “your self crowd funding” in cui è possibile fare una donazione per preservare un bene comune presente da più di cento anni e a cui tutti siamo affezionati.
Anche Mario Pellegrino, l’attuale proprietario della Fonderia Pinerolese, ha pensato di stampare delle piccole copie della mitica fontanella in ghisa da far avere a tutte le persone che hanno fatto grande Torino in modo che il torèt rimanga nel cuore di tutti i cittadini.
La pensione, per le vecchie fontanelle verde speranza di Torino (toccando corna), ci auguriamo che sia ancora una volta lontana.
Elena Beliardi
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