GIURAMENTO GOVERNO MATTEO RENZI

Sessismo o satira pungente? Questo è il dibattito che da qualche giorno imperversa sul web e non solo.

Pomo della discordia la bellezza del neo ministro Maria Elena Boschi: 33 anni, avvocato, membro della direzione del Partito Democratico di Firenze, renziana della prima ora, prima donna a ricoprire la carica di ministro per le riforme costituzionali. A fare notizia però non sono stati i suoi studi, le sue competenze o il suo impegno politico – a cui, diciamoci la verità, si sono interessati in pochi -, ma il suo “lato b”, che a quanto pare ha scatenato una crisi ormonale quasi adolescenziale anche a chi i 16 anni li ha superati da un pezzo. Colpa del completo blu elettrico sfoggiato in occasione del giuramento al Quirinale? Colpa degli occhi azzurri?
Colpa della giovane età che tiene lontane le rughe? Fatto sta che molti giornali, non necessariamente scandalistici, hanno ritenuto opportuno – forse per dare un’informazione più approfondita e dettagliata del governo Renzi -, pubblicare una foto che ne “valorizzasse” il fondoschiena. A suscitare scandalo è poi stato il servizio delle Iene dove un Lucci, in gran forma secondo gli appassionati, ha incalzato il ministro con domande tendenziose.
Niente satira per smascherare l’ignoranza e l’inadeguatezza del politico in questione, nessun comportamento scorretto nei confronti dei cittadini, niente di torbido da far emergere, niente notizia da prima pagina: solo un susseguirsi di domande su come il suo sex appeal influisce sulla sua carica. Le altre testate, online e cartacee, non si sono differenziate molto dall’approccio del programma televisivo, proponendo servizi sulla “mano malandrina” di Letta che pare sfiorare la Boschi, fotogallery sul “sexy ministro”, articoli impostati sulla “vanità che va al governo”. Molte donne hanno gridato allo scandalo, a una cultura machista imperante e diffusa; gli ex “pidiellini” hanno ricordato come la Mara Carfagna sia stata in passato oggetto di battute altrettanto pesanti senza essere mai difesa; i paladini della satira “senza se e senza ma” hanno sottolineato come la comicità debba essere libera e presa come tale, senza troppa serietà.
hyman_129L’atteggiamento dei media però fa sorgere spontanea una domanda: e la notizia dov’è ?  Se, come scrive Mimmo Candito, storica firma del quotidiano La Stampa, “lidentità di una società si manifesta anche nel ruolo che il giornalismo riesce concretamente a esprimere nellofferta dei propri quotidiani”, che tipo di società siamo? Da che tipo di informazione siamo attratti? Se il compito primario di un giornalista è fare informazione – buona informazione -, conoscere l’oggetto di cui parla, stare attento alla realtà dei fatti e inserire la notizia nel suo background così che il lettore sia in grado di comprenderla, in questa circostanza che tipo di giornalismo è stato fatto? Se l’obiettivo è la ricerca e la diffusione della verità, il “caso Boschi” che tipo di informazione ha fornito? La maggior parte delle “5 W” è rimasta senza una risposta soddisfacente. La notizia era il giuramento, non il “lato b” del ministro. E anche per un giornale scandalistico la bellezza della Boschi è poca cosa: se Lucci, dando attenzione ad alcune voci di retrovia, le avesse chiesto se lei è davvero l’amante di Matteo Renzi almeno il tentativo di trovare una news ci sarebbe stato. Così, invece, è stato ricercato unicamente il colore e la chiacchera fine a se stessa, inadatta anche al rotocalco, utile ad ottenere condivisioni e “mi piace” sul web, ma completamente avulsa da ciò che il giornalismo di ogni tipo è e dovrebbe essere.

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