It’s getting better Così sembra, le cose vanno meglio in città.
Di giorno in giorno in giorno, con pazienza e, quasi a sorpresa tra scuole che aprono, persone che tornano negli uffici e la luce limpida di un settembre luminoso e freddo riporta a fiorire il mondo della cultura.
Ritornati i festival MITO e Torino Spiritualità, ridotti e traviati dal web ma presenti, risentiremo suonare il TJF Jazz Club, declinato con la formula Cl-Hub, ma sempre di musica e posti in cui lasciarsi prendere, come l’Indiana Festival, imbuto della musica indipendente alla quinta edizione.
L’associazione De Sono ha in serbo un ricco cartellone e anche dall’Auditorium del Lingotto si aspettano perle uditive. E finalmente le pareti rigide museali, orfane di occhi e commenti, tornano a offrire curiosità, bellezza e qualche mostro sacro.
I Musei Reali portano a Palazzo Chiablese il grande Robert Capa che srotola singolari scatti a colore, la Fondazione Camera propone una personale di Paul Ventura e festeggia cinque anni di attività, mentre a Venaria la Reggia mette in cantiere una mostra antologica di Paolo Pellegrin, raffinato fotografo della Magnum. La Gam non solo ridipinge le pareti ma gioca con la sua vasta collezione costruendo nuove suggestioni e richiami storici.
Le Officine Grandi Riparazioni hanno un programma ancora tutto da svelare, ad ora si conosce solo il titolo: Continuum. Come dire la strada imboccata non cambia, si vedrà.
Il Mao stuzzica la nostra idee sull’urbanistica con una esposizione intitolata China goes Urban, dove mette un piede anche il Politecnico. Anche il Museo della Montagna, dall’alto del Monte dei Capuccini si specchia nei vinili più rock, montagne incluse.
Da contezza di sì il Torino Film Festival, sempre molto atteso e simbolo della fine di novembre e con lui il Festival CinemAmbiente che invece segna l’inizio di ottobre. La fine settembre è il periodo scelto dalla Lavazza per riaprire la sua “nuvola” e il museo dedicato al caffè.
A questo si aggiunge il menù delle gallerie private. Cose nuove, alcune già viste altre coraggiose e in ogni caso un segnale contro ogni scoraggiamento.
Torino si avvia ad un risveglio tardivo ma cospicuo. E il pubblico come richiamato dal miele con cautela si abitua a ripopolare cinema, gallerie e conferenze.
La sensazione di un “gettin better” c’è, ed è in crescita, forse con lo stessa allegra melodia del pezzo dei Beatles creato da Paul McCartney.
La cultura da sempre in ultima fila, messa all’ultimo banco, adesso singolo e a rotelle come un girello, nel momento in cui ritorna a far parlare di sé e quindi di tutti noi, restituisce l’abitabilità del mondo, riconnette una frattura e rincuora lo spirito rimasto con il fiato sospeso a causa delle problematiche sociali. Perché le cose del mondo ci influenzano più di quanto noi immaginiamo e l’arte con immaginazione, irriverenza, magia e pathos, riesce a darcene conto nel modo più intellegibile.