Deve infondere un senso di condivisa, euforica e cameratistisca allegria, bastonare senza ritegno inermi giovinetti disarmati, per lo più minorenni; studenti sfaccendati che invece di studiare manifestano per cose politiche cha avvengono lontano e che sicuramente manco capiscono.
Deve essere come quando si partecipa, emotivamente, immedesimandosi nelle scazzottate dei film di Terence Hill e Bud Spencer. Il cattivo riceve ciò che si merita e ritorna nel giusto solco che la giustizia, a suon di pugni in testa e sberloni, lo riconduce.
Peccato che le manganellate dell’altro giorno siano state vere, massimamente dolorose, inflitte senza andare troppo per il sottile che tanto chi le infligge non ha mai colpe. Protetto dal casco, dall’impossibilità di essere riconosciuto con un numero pubblico come avviene nei paesi civili. Se interrogato in merito risponde obbedivo agli ordini, Se la ferocia è eccessiva non è mai la scarsa comprensione di ciò che si sta facendo ma il contesto, il climax, l’ipotesi, insomma se si parte alla carica mica si sta lì a fare analisi ermeneutiche raffinate.
Dopodiché il diritto a manifestare è sancito dalla Costituzione Italiana, la stessa su cui ministri, prefetti, questori e poliziotti giurano.
Quello che più dispiace è che a prendere le manganellate non siano state le teste dei partiti d’opposizione. Mentre perpetuano un sonno totale delle bastonate ben assestate forse li avrebbero svegliati e riportati alla realtà. Alle cose concrete, alla piega bruna che sta prendendo il paese, a quello che accade. Invece niente. Possono perpetrare in un sonno profondissimo come Biancaneve . La povera Biancaneve delle fiabe investita suo malgrado dal gender pensiero che la vorrebbe diversa, svincolata dal patriarcato letterario delle fiabe.
E se il patriarcato è il fulcro del problema odierno i manganelli di ieri lo incarnano a pieno titolo. Nessuna donna in tuta antisommossa a fendere legnate. Possibile che prima o poi pretendano per giustizia e correttezza e forse invidia, che a menare da domani vi siano in prima fila anche loro.
Tuttavia se si vuole combattere i cascami maschilisti di questo paese si potrebbe partire da chi è adibito al ruolo di portare ordine in maniera convincente. Nulla è più maschilmente patriarcale di un reparto celere. Se venisse indicato come fautore di, con uno pseudonimo, “molestie” si toccherebbe un punto nevralgico del problema.
Al momento si scorgono i partiti d’opposizione girarsi di schiena, tirare su un poco la coperta sulle orecchie per non sentire rumore alcuno e sprofondare in un confortevole assopimento di lungo corso.