Il fenomeno del motorismo d’epoca è davvero singolare. Fino a poco più di un ventennio fa infatti interessava a pochi invasati che si mettevano in garage solo ferraglie. Poi sono cominciati a nascere i sodalizi che hanno cominciato a far capire alla gente che forse, quei ferri vecchi, fanno parte della nostra cultura e sono in grado di raccontare e tramandare pagine fondamentali della storia contemporanea mondiale.
Oggi invece l’auto d’epoca è entrata nel novero degli oggetti più preziosi che ci siano e anche le Case automobilistiche le hanno riconosciute ufficialmente, seppur in maniera diversa: con la partecipazione ai Saloni internazionali, la replica e diffusione di ricambi, l’apertura di centri di documentazione e restauro, le operazioni di marketing che leghino il passato al futuro per aumentare il lustro di modelli attuali (vedi Volkswagen Maggiolino o Fiat 500).
Tra questi però, le più particolari sono sicuramente le iniziative di Land Rover e dell’azienda inglese David Brown Automotive, specialista in restauri, che hanno proposto dei loro modelli d’antan… nuovi (o per dirla all’inglese, “remastered”)! In pratica quello che già da un pò si fa con la musica su dischi in vinile: il materiale è nuovo, i pezzi sono rimasterizzati ma la sensazione è quella dell’ascolto come una volta, con tutta la fragranza della puntina che graffia e dell’attesa della diffusione del suono. Le auto in oggetto – stiamo parlando della Range Rover, il primo fuoristrada di lusso al mondo e di Mini, la più geniale delle utilitarie inglesi – sono infatti letteralmente nuove ma con tutte le specifiche dell’epoca. In realtà i due modelli presi in esame, sono molto diversi tra loro, vediamone le caratteristiche.
RANGE ROVER REBORN
Quando dalle linee di montaggio dello storico stabilimento di Solihull uscì nel 2016 l’ultimo leggendario Defender, erede diretto delle prime Land Rover costruite quasi 70 anni fa, la casa – attraverso il suo “braccio” specializzato Heritage – promise ai suoi appassionati che in quello spazio, operai specializzati e artigiani competenti avrebbero creato una “task force” che avrebbe inaugurato il programma “Reborn”, ossia dedicato al restauro totale dei mezzi 4×4 inglesi. Questo però, visti i successi, si è evoluto oggi in qualcosa di nuovo dedicato ai Range Rover, il mitico fuoristrada di lusso prodotto dalla “Land” a partire dal 1970: in questo caso carrozzeria, interni e componentistica sono attinte a piene mani dai ricambi ufficiali (sono quindi elementi nuovi) e istallati su meccanica totalmente restuarata e telai degni di essere così rivestiti.
Il primo di questi esemplari ha esordito al Salone Retromobile di Parigi in febbraio: presenta una livrea esterna Bahama Gold e sotto il cofano il classico V8 di 3,5 litri da 135 CV. Il suo prezzo si aggira intorno alle 135.000 sterline, un prezzo molto impegnativo giustificato però da un prodotto realmente nuovo (quindi affidabile) ma con tutto il fascino e l’emozione di una vettura d’epoca.
MINI REMASTERED
Se nel caso di Range Rover parlavamo di botulino, qui siamo invece di fronte a vera e propria chirurgia estetica pesante. La David Brown Automotive di Coventry infatti, già famosa per “restaurare” modelli Aston Martin dotandoli di meccanica moderna, ha da poco presentato delle Mini esattamente uguali a quelle degli anni ’50 e ’60 ma totalmente nuove: anche qui la base è un esemplare d’epoca ma questo segue un iter di attualizzazione da 1000 ore di lavoro.
Prima si allargano i parafanghi, rinforzano le lamiere, aumenta il confort acustico e si rivernicia a mano con un minuzioso processo che dura un mese; Poi vengono rivisti gli interni con sedili più confortevoli e moderni, dotati di radionavigatore, bluetooth, climatizzatore e pannelleria moderna e infine vengono istallati fari a led e xeno come le più moderne ammiraglie per una visibilità sempre ottimale. Sotto il cofano anteriore pulsa ancora un 4 cilindri di 1,275 litri, con circa 80 CV di potenza ma ogni motore viene completamente smontato, revisionato e ricostruito con componentistica nuova, capace di offrire maggiore qualità in termini di affidabilità e resistenza all’uso.
Il risultato è un guadagno di potenza superiore al 30% e una durata non paragonabile a quello di una Mini storica. La trasmissione si avvale di un cambio a 5 marce, anch’esso completamente revisionato e adattato all’utilizzo moderno. Anche qui il prezzo è piuttosto alto, si parla di 60.000 euro: uno sfizio per pochi incrollabili appassionati (e fortunati).
Meglio quindi, una storica vera e propria tutta rimessa in sesto ma senza toglierle quella patina d’antan che la rende affascinante, o affidarsi a una vettura che ha solo l’aspetto di una vettura d’epoca ma sotto sotto è tutta nuova? A voi la scelta…
Luca Marconetti
www.davidbrownautomotive.com