Introdotta in Europa probabilmente dagli antichi Romani la carpa è un pesce d’acqua dolce, longevo, vive in gruppi numerosi, pacifico, onnivoro, in Giappone è molto considerata nella variante definita Koi, prettamente ornamentale dove è allevata per scopi decorativi.
Alcuni pesci cittadini sono usciti fuori dallo stagno, obbligati dal momento e dalla mancanza di alimento nelle acque sempre più povere e immobili dell’attuale contesto Non sono veramente dei pesci, sono persone, ma si sono scelti il nome C.AR.PE e sono il coordinamento informale che riunisce diversi soggetti attivi nell’ambito delle arti performative a Torino.
Lo hanno fatto per far fronte al momento di straordinaria difficoltà sociale, politica ed economica iniziata con lo scoppio dell’emergenza sanitaria. C.AR.PE raccoglie gruppo eterogeneo composto da attrici, attori, compagnie teatrali, associazioni culturali, singoli artisti e operatori culturali attivi a Torino dando vita a una rete di mutuo aiuto atta a supportare le realtà più in difficoltà e contrastare la disgregazione culturale e umana causata dalla pandemia.
Ad oggi sono 26 le realtà teatrali e artistiche coinvolte, circa 200 persone , che vorrebbero poter instaurare un dialogo costruttivo ed efficace con le Istituzioni.
La genesi dell’iniziativa risale al maggio 2020 quando molte compagnie, associazioni ed enti del terzo settore con sede nella Città di Torino – che da anni svolgono attività nell’ambito delle arti performative – si sono trovate in condizioni di forte incertezza progettuale ed economica. Il coordinamento ha infatti calcolato che, da febbraio 2020 a gennaio 2021, fra i contributi degli enti privati e pubblici e gli incassi mancati, i membri di C.AR.PE. hanno subito una perdita complessiva di oltre 600.000 euro di entrate.
Da questo scenario di crisi, che ha evidenziato la fragilità del settore dello spettacolo dal vivo, e con l’occasione e il pretesto del confronto sul Bando TAP – Torino Arti Performative 2020, promosso dalla Città a sostegno delle performing arts, per la prima volta le associazioni coinvolte hanno avviato un dialogo interno che è culminato con la nascita di un coordinamento e la condivisione di un protocollo di intesa per raggiungere alcuni obiettivi sul breve termine:
la creazione di un fondo comune da destinare ad azioni di mutuo sostegno: il fondo – finanziato attraverso un’auto-tassazione da parte dei beneficiari del TAP 2020 del 10% sul contributo ricevuto, che ha fornito una base iniziale di €7000 – mira a instaurare un rapporto solidale fra i membri, tanto che una parte di esso è già stata destinata al sostegno solidale ed emergenziale delle altre realtà del coordinamento i cui progetti non sono stati ammessi al contributo;
l’organizzazione di momenti per la formazione interna e di iniziative pubbliche, finanziati attraverso parte del fondo. La realizzazione quindi sia di incontri rivolti alle associazioni stesse, per promuoverne la crescita artistica e lo sviluppo di competenze, sia l’organizzazione di incontri/tavoli di lavoro aperti a cittadini, Istituzioni e Università, sul tema del sistema culturale torinese, delle sue criticità e delle sue potenzialità;
l’avvio di un dialogo costante e continuativo con le Istituzioni per informare le stesse sullo stato di salute del settore, così da rendere l’Amministrazione pienamente consapevole delle difficoltà, non solo economiche, del mondo teatrale cittadino.
Obiettivo del dialogo è inoltre quello di portare l’attenzione sulla pluralità, l’eterogeneità e la complessità del tessuto culturale: una delle cifre peculiari dell’ambiente artistico torinese è infatti la diffusa presenza di soggetti attivi fuori dai contesti più istituzionali, il cui operato tuttavia ha una forte incidenza culturale e sociale sulla programmazione cittadina.
Dall’esigenza di mappare e monitorare le risorse della Città attive nello spettacolo dal vivo, il Coordinamento ha realizzato la piattaforma web Carpetorino.org, uno strumento per facilitare l’individuazione dei soggetti artistici attivi sul territorio, che restituisca l’eterogeneità del tessuto culturale torinese e che agevoli, all’interno del coordinamento stesso, la creazione di link e collaborazioni fra i membri di C.AR.PE.
Con l’obiettivo di allargare e rafforzarsi, il coordinamento invita alla libera partecipazione tutte le realtà del territorio operanti professionalmente nell’ambito delle arti performative.
Il segnale che stanno provando a dare dimostra, una volta di più, che i lavoratori della cultura non solo cercano attenzione. Cercano di sopravvivere nelle acque infette del comparto culturale, troppo spesso tralasciato o dimenticato. Quando un pesce cerca di saltare fuori dall’acqua non è mai buon segno. Forse è il momento di smettere di allevarli per scopi puramente decorativi e ornamentali.
Pier Sorel