Dopo due anni Grandi Langhe, la rassegna dedicata alle nuove annate delle Docg e Doc di Langhe e Roero è tornata in presenza e si è trasferita a Torino, alle OGR, a pochi minuti dal centro storico cittadino. Due giornate intere, 4 e 5 aprile, con il capoluogo piemontese che si è presentato come una grande cantina dove incontrare produttori e quanto di meglio la nostra regione produce in ambito vitivinicolo. Una passeggiata tra i filari che il mondo ci invidia, senza spostarsi più di tanto.
226 cantine si sono presentate a operatori del settore enologico, della ristorazione e della comunicazione e, altra novità di questa sesta edizione, anche al grande pubblico ma nella sola giornata del 4 aprile e dalle 18.30 alle 21.20. II numero di operatori che sono passati nei due giorni è lusinghiero: 2 200 presenze provenienti da 15 nazioni. Un biglietto da visita che sembra ricordarci che Torino è anche capitale del vino.
“Grandi Langhe ha vissuto una crescita importante e le nostre denominazioni sono in ottima salute” spiega Matteo Ascheri, Presidente del Consorzio di Tutela Barolo Barbaresco. “La scelta di dedicare una sessione serale agli appassionati riflette il nostro impegno di rafforzare il legame tra le cantine e il consumatore finale”.
Le colline di Langhe e Roero nel centro di Torino
Ma la manifestazione non è stata solo presentazione delle ultime vendemmie, è stata anche doveroso momento di riflessione per l’intero settore enologico. Riflettori puntati sul summit “CHANGES. Ambiente & Etica nelle Langhe del futuro”, svoltosi martedì 5 aprile alle ore 17:00. Un’ occasione importante per fare il punto sul cambiamento climatico e il suo impatto sulla gestione del vigneto, sull’etica del lavoro e la gestione virtuosa della manodopera, nonché sul ruolo di trasporti e logistica in una filiera che punta su un futuro sempre più sostenibile.
Molti ancora non si rendono conto di quanto le modifiche del clima potranno influire sulla viticoltura e troppo spesso ci si limita a pensare all’anticipazione delle date della vendemmia – con una maturazione che non sempre è quella fisiologica – e all’innalzamento delle gradazioni dei vini conseguenti alle elevate e durature temperature estive.
Ma si dovranno cambiare le forme di allevamento, le potature, si dovrà ricorrere all’irrigazione in aree dove mai si sarebbe immaginato e non ultimo si potrebbe prospettare la necessità di impiantare vitigni diversi e, soprattutto, di cambiare anche le zone di coltivazione della vite. Pensiamo, e qui molti sorridono, all’ampliamento dell’areale, soprattutto verso Nord.
“Siamo entusiasti di poter tornare a incontrare operatori e appassionati, soprattutto in un contesto capace di coniugare passato e futuro come le OGR di Torino. Grandi Langhe 2022 è per noi l’occasione per ricominciare a fare rete, un momento cruciale per la ripresa del paese in cui è strategico investire attenzioni ed energie per valorizzare i nostri vini e tutta la filiera. Mai come ora è necessario unire le forze per alimentare una crescita che sia davvero sostenibile per l’ambiente e responsabile verso il territorio e tutte le persone che vi ruotano attorno” commenta Francesco Monchiero, Presidente del Consorzio Tutela Roero.
La notevole affluenza alle OGR è stato un segnale importante per un settore che negli ultimi due anni ha patito la pandemia, sta subendo in qualche modo la chiusura – chissà per quanto? – del mercato russo e ucraino e dovrà adattarsi a un clima che sarà sempre più determinante sulle scelte imprenditoriali. I prossimi mesi non saranno scontati, le sfide sono tante e soprattutto non dipendenti solo da noi. Un piccolo passo ma fondamentale per affrontare più serenamente il futuro: fare sistema, unirsi per promuovere un territorio incredibile, riconosciuto dall’Unesco ma che possiamo ampliare a tutto il territorio subalpino. Regione incredibile, il Piemonte ha nel vino e nelle ricchezze gastronomiche un asso nella manica che con l’unità di tutti gli attori del sistema diventa forza prorompente e ineguagliabile risorsa.
Un plauso meritatissimo all’organizzazione! Di manifestazioni sul vino e il cibo in genere, ormai ve ne sono molte, troppe e soprattutto raffazzonate, organizzate alla meno peggio, invece queste Grandi Langhe hanno dimostrato che organizzare bene si può e i risultati sono di conseguenza. Bravi, bravissimi!