I Vitelloni. Frame dal film di Fellini


Ci sono uomini che sfuggono il loro destino di lavoratori domestici, rifugiandosi nei bar.
Le loro mogli hanno fatto finta di non sapere, quando li hanno portati all’altare, hanno fatto finta di niente. Oppure sapevano, ma la loro presunzione le portava a credere che con estrema facilità avrebbero tolto loro quel brutto vizio, perché le donne sono sempre convinte che per amore si può cambiare.
Invece no. Quello di andare al bar  è un vizio autoimmune.
L’uomo -da- bar (Bar-man in un’erratissima traduzione inglese) è inconciliabile con le faccende domestiche. E’ come insegnare al maiale ad alzare il collo per guardare il cielo o credere che un bikers da Harley- Davidson, possa imparare a buttare la cicca nel portacenere : geneticamente impossibile.
La donna ci prova, altrocchè se ci prova!
Nel primo week-end post – matrimonio-post– viaggio di nozze – post  prime deludenti prestazioni sessuali, la vivace mogliettina si predispone a dare una  vigorosa spazzata alla bella casina appena arredata. Il tipo è ancora in ferie e lei pensa che le darà senz’altro una mano.
Fanno colazione come due piccioncini innamorati e lei gli espone il piano di battaglia, mentre sciacqua le tazze:
– Facciamo prima il piano di sopra, le camere e il bagno. Poi scala, salotto e per ultima la cucina … ok?
Non avendo risposte si volta e lui non c’è più.
“Sarà in bagno … o sarà andato a fare qualcosa in giardino o in cantina …” pensa l’ingenua.
Dopo una mezzoretta comincia a preoccuparsi e lo chiama sul cellulare. La risposta arriva dopo dieci o dodici trilli. C’è uno strano rumore di sottofondo.
-Ma dove sei?
-Al bar. – risposta laconica.
– Ma che ci fai lì? Un attimo fa eri qui con me!
– Faccio il fantacalcio e la schedina con gli amici – il tono è di quelli che ti tramortiscono di ovvietà.
Lei rimugina fino al suo arrivo, preparandosi un bel discorsetto come si deve, quelli tipo: “E’ l’ora di cambiare! Non sei più un ragazzino! Ma come? Mi lasci a casa da sola a far le pulizie e a prepararti pranzo … ma credi che sono la tua sguattera?”, ma quando il cretino rientra affamato e soddisfatto a lei cadono le braccia e si rende conto di aver sposato un Bar – man che non cambierà mai.
Infatti quel tipo di maschio in casa non alza un dito per far cose normali, come apparecchiare/sparecchiare, sbattere un tappeto, dare una spolverata, pulire un vetro.
Quando  trova il portacarta igienica desolatamente vuoto ( che il cilindro cavo di cartone marrone è una delle cose più tristi che si possano vedere in un bagno) il  Bar- man comincia a lanciare  urla spaventose, finchè la moglie o un vicino preoccupato, gliene portano un altro : in alternativa aspetta seduto leggendo Tuttosport.
Il Bar-man ha avuto un’infanzia particolare, ricevuto un’educazione mirata, ereditato i caratteri dai primi frequentatori di locande con mescite di vino greco annacquato, qualche secolo prima di Cristo. Per cui non c’è verso di trasformarlo in uomo domestico.
Tutti i tentativi della donna per allontanare un   Bar-man dal suo amato rifugio, risulteranno vani. Le sue abitudini sono così radicate che sarebbe come spiegare ad una rondine che può passare l’inverno a Bardonecchia.
Il bar è il suo covile. E’ il luogo in cui espleta quasi tutte le sue funzioni di maschio. Al mattino, ci fa colazione, che a casa non saprebbe nemmeno accendere il gas per scaldare il caffè. A mezzogiorno ci passa per l’aperitivo, mentre all’una prende un grappino veloce, prima di tornare al lavoro.
Finito il turno, può finalmente rilassarsi un po’ e la capatina può durare anche fino alle otto, fra chiacchiere, stuzzichini alle olive, happy-hour, partite a briscola e approcci maldestri con la barista carina.
Dopo una cena frugale e un  veloce mugugno con la consorte, il tipo è capacissimo di ritornare al suo vero habitat, per la partita di Champions o semplicemente a baccagliare con gli amici ; la moglie, mentre guarda l’ennesimo miracolo di  Grey’s Anatomy,  metabolizza le seguenti fasi:
Fase 1  La consapevolezza: si accorge di aver sposato un autentico Bar-man.
Fase 2: L’utopia : tenta debolmente di farlo cambiare (le donne non sono così stupide da perder troppo tempo dietro all’ineluttabile).
Fase 3 : La riorganizzazione : reimposta la sua vita, non accettando supinamente le abitudini del deficiente, ma approfittando delle sue assenze.
Fase 4 : La rinascita : l’incontro giusto, con l’uomo giusto, coincide con l’abbandono del Bar-man al suo destino.
Dunque, care mogli che vi siete prese la briga di sposare un uomo Bar-man , non crucciatevi troppo: ne uscirete, splendide più di prima. Dovete solo abbreviare molto i tempi delle fasi da uno a tre e passare prima possibile alla quattro.
Con tanti saluti alla barista: che se lo tenga lei, almeno ci guadagna qualcosa.
 
Silvano Bertaina
 
 
 
 

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