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“Raramente un artista mostra con tanta disarmante chiarezza – al di là dei livelli di lettura e delle interpretazioni critiche – la levità del raggiungimento, quanto Mario Calandri. Sarà forse la straordinaria capacità di governare la materia, gli strumenti e perfino i gesti del comporre (dai più ortodossi ai più estremi) a rendere l’arte di Calandri capace di confondere e spaesare, seduttiva e incantatrice, rassicurante nelle apparenze di verità e pur in grado di condurre nei labirinti inquieti della mente”.
Dalle parole di Vincenzo Gatti, curatore della mostra in corso allo Spazio Don Chisciotte della Fondazione Bottari Lattes fino al 25 gennaio 2014 (Via della Rocca 37, Torino), emerge un artista che ha saputo, come pochi altri, modellare la dimensione privata per farne teatro e metafora dell’intero mondo. Un artista che trova nella pittura, così come nell’incisione, il terreno fertile dove far vivere le sue fantasie. Un omaggio alla sua arte era necessario, a vent’anni dalla scomparsa e a ridosso del centenario della nascita.
Nelle opere in mostra sono presenti i temi più consueti dell’ispirazione Calandriana: le giostre, i baracconi-teatrini misteriosi e ambigui, le figure sospese tra realtà e finzione, i fiori che, anche nell’austero linguaggio dell’incisione, trepidano di ricordi e s’ammantano di riflessi lunari, i bagni popolati da svelte figurette di adolescenti. Si tratta di opere pittoriche e grafiche, a sottolineare la rilevanza della figura di Calandri non solo nell’ambito della grafica incisa (di cui è considerato tra i massimi esponenti del Novecento), ma anche nel panorama della pittura del secolo scorso.
“Tutto è padroneggiato con una tecnica pittorica fulminante e sapientissima – spiega il curatore Gatti –, che trascorre dall’acquerello all’olio, sapendone distillare, con magistrale libertà, gli umori più evocativi.” E ancora: “L’acquerello diventa rapinoso e disponibile a ogni azzardo, per l’urgenza di raggiungere l’attimo di vita e afferrare un bagliore, un fremito, un sussurro. Così avviene nell’incisione, dove l’indiscussa fedeltà all’ortodossia del mezzo non impedisce di avventurarsi nelle più spregiudicate manipolazioni. Ma perfino le risorse sobrie e dirette del segno calcografico ottengono il miracolo di rendere materiale l’immateriale: il vento, la notte, il profumo di una rosa che si sfalda, bagnata dal chiarore della luna piena. In Calandri il tempo è sospeso: si ascolta il silenzio”
 
Mario Calandri (Torino, 1914-1993) compie i primi studi artistici tra Firenze e Torino, dove torna nel 1932 e frequenta l’Accademia di Belle Arti, diplomandosi in pittura nel 1939 con Cesare Maggi, che lo richiede come assistente nel 1942. Dopo la parentesi bellica tuttavia sceglie l’assistentato con l’amatissimo maestro Marcello Boglione, responsabile, dal 1934, della rinata Scuola di Tecniche dell’Incisione dell’Albertina. Alla morte di Boglione (1957) gli succede come incaricato. Nel 1963 (dopo una breve parentesi a Brera) ottiene la cattedra nell’istituzione torinese, dove rimarrà fino al 1977, segnando con il suo magistero intere generazioni di incisori.
Nel 1940 esordisce alla Biennale di Venezia, risultando vincitore al Concorso Nazionale per l’affresco. In seguito sarà presente alla Biennale nel 1950, nel 1952 e nel 1958 con una personale. Nel 1960 gli viene assegnato il Premio per l’incisione all’ottava Quadriennale di Roma, e nel 1968 il Premio Internazionale della Grafica alla Biennale di Firenze.
Numerosissime sono le partecipazioni alle più significative rassegne nazionali e internazionali della grafica incisa, mentre rare e meditate sono le personali di pittura (tra le altre, nel 1964 a “La Bussola” di Torino, nel 1967 a Milano alla Galleria Gianferrari).
Soltanto in tempi recenti varie istituzioni hanno dedicato a Calandri importanti retrospettive, dando pieno riconoscimento alla figura dell’artista, pittore e incisore. (Trieste, 1992; Bari, 1993; Milano, 1995; Aosta, 1998; Torino, 2001; Cherasco, 2010).

Info al pubblico: 011 19771755 – segreteria@spaziodonchisciotte.it
Orari mostra: martedì-giovedì 15,30-19,30; venerdì e sabato 10-12,30 e 15,30-19,30 (fino a sabato 25 gennaio 2014).
Photogallery: www.flickr.com/photos/fondazionebottarilattes/sets/72157637117875884/

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