“MATITA D’ORO 2017”: ERCOLE SPADA PREMIATO AL MUSEO DELL’AUTO DI TORINO
Davvero una bella iniziativa, quella lanciata lo scorso anno dal Museo dell’Automobile di Torino per celebrare i car designers che hanno lasciato un segno indelebile negli annali della creazione automobilistica, determinandone cambiamenti e orientamenti presenti e futuri, ciascuno con la propria sensibilità e formazione.
La prima edizione del premio era andata a Giorgetto Giugiaro, quest’anno è stato il turno di un altro stilista le cui realizzazioni rimarranno per sempre capisaldi dell’automotive: parliamo del milanese Ercole Spada, “Mister Coda Tronca”. Una “Matita d’Oro” che, alla fine del 1960, a soli 22 anni, aveva già disegnato per Zagato una Bristol, una Aston Martin e una Osca 1600… Niente male per un giovane ragazzo di bottega che aveva iniziato a disegnare automobili sui banchi di scuola.
Il suo tratto distintivo è senz’altro quello della “coda tronca”, un’intuizione aerodinamica applicata per la prima volta sull’Alfa Romeo Giulietta, firmata da Zagato per contrastare le prestazioni sportive delle più veloci Lotus Elite.
“All’epoca non si parlava ancora di galleria del vento – ci ha ricordato Spada – le prove si facevano su strada, cronometro alla mano, sperimentando soluzioni a volte empiriche. Rimasi allibito quando provammo la Giulietta con la coda tronca, perché in quella configurazione aveva recuperato 20 chilometri orari in più di velocità massima rispetto alla normale versione. Quella fu sicuramente la prima svolta della mia carriera, un’esperienza pregnante per me, che ha caratterizzato tutte le mie successive realizzazioni, anche per le auto di serie”.
Stando agli ospiti presenti, e premiati, durante la serata “Matita d’Oro” al Mauto, quella del 1938 pare proprio una classe di ferro. Tutti coetanei, infatti, i grandi car designers come i già citati Giorgetto Giugiaro ed Ercole Spada che, insieme a Leonardo Fioravanti e Marcello Gandini (anche loro sotto i riflettori del museo, intervistati dal dissacrante showman Piero Chiambretti), hanno creato le auto più belle e famose di tutti i tempi. Un parterre de roi nel quale si è poi aggiunto Aldo Brovarone, altro decano dello stile a quattro ruote, che ha consegnato ai “colleghi” i riconoscimenti speciali “Design senza tempo” e “Spirito creativo”.
L’evento si è concluso con un doveroso ricordo di Tom Tjaarda, “Matita d’Oro 2017” alla memoria: il designer – americano di nascita ma italiano di adozione – è scomparso nel giugno scorso lasciandoci in eredità alcune vetture-icona come la Innocenti Spider, la Fiat 124 Spider, la De Tomaso Pantera, le Ferrari 365 California e 330 GT, la Ford Fiesta e tante altre.
Luca Gastaldi